Tolta l’anteprima dei due primi episodi al Mix Milano in Italia è ancora inedita, perché nessun servizio streaming l’ha acquistata, ma Veneno, serie spagnola creata da Javier Ambrossi e Javier Calvo sulla vita della cantante transgender e personaggio televisivo Cristina Ortiz Rodríguez, meglio conosciuta con il soprannome “La Veneno“, ha letteralmente spopolato in tutto il mondo. Tratta dalla biografia ¡Digo! Ni puta ni santa. Las memorias de La Veneno di Valeria Vegas, la serie è diventata di culto anche negli USA grazie ad HBO Max, che ne ha acquistato i diritti.
Ebbene Atresplayer Premium ha annunciato la produzione di Vestidas De Azul, sequel ‘spirituale’ di Veneno, perché ambientato nello stesso mondo LGBTQ+ e tratto da un nuovo libro di Valeria Vegas.
Vegas ha espresso il desiderio, con Vestidas De Azul, “di graffiare il passato, di andare un po’ oltre Veneno. Mostreremo una tappa di questa storia che non era stata ancora raccontata, se non per schernirla”. Il produttore Javier Calvo ha aggiunto che la nuova serie mostrerà chi “ha combattuto per i nostri diritti, che ci ha permesso di essere chi siamo”. Javier Ambrossi, altro produttore, ha apprezzato il fatto che “Veneno sia diventata più di una semplice serie”, sottolineando come ora vogliano “continuare a dare voce e continuare a cambiare le cose”.
Vestidas De Azul è il titolo di un documentario di Antonio Giménez Rico uscito nel 1983 e interpretato da sei donne transessuali. È stato uno dei primissimi film spagnoli usciti al cinema che trattava il tema della transessualità. Valera Vegas ha scelto lo stesso titolo in un suo saggio pubblicato nel 2018. Questa la sinossi del libro, edito da Dos Bigotes: “Attraverso le circostanze che hanno coinvolto Eva, Loren, Tamara, Josette, Nacha e Renée, l’autore indaga aspetti come la prostituzione, lo spettacolo, l’esclusione sociale e le leggi omotransfobiche. La loro vita è anche quella di tante altre donne per le quali la democrazia non è sempre stata sinonimo di libertà“.
La miniserie Veneno (qui la sua storia) ha catturato la vita quotidiana delle donne trans spagnole, e in particolare delle prostitute, rimarcando come le donne trans non siano unidimensionali, come meritino di essere amate, ricordate, raccontate, rappresentate.
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