L’ultimo episodio di omofobia all’italiana arriva oggi da Marano, comune della provincia di Vicenza, in Veneto. Una coppia di ragazze prossima all’unione civile (21 marzo 2020), nel comune di Zan, si è recata in un locale la sera del 27 febbraio per un aperitivo dopo una giornata di lavoro. Insieme alle due donne un’amica. Le ragazze sono state avvicinate con battute poco piacevoli da altri clienti, che da lì a poco sono passati a battute offensive per il loro orientamento sessuale.
A denunciare il fatto Arcigay Vicenza. Ma non è finita qui, perché ad aggravare il tutto si è intromessa anche la titolare, che ha preso subito le difese dei suoi clienti, invitando le tre ragazze ad allontanarsi dal locale.
Non c’è modo per descrivere lo sgomento delle stesse, ed è grave, sopratutto, la presa di posizione della titolare, che ha lasciato le vittime basite, suscitando non poca rabbia e amarezza. La questione, nonostante i tempi che avanzano, persiste. Perché, ancora oggi, non è possibile essere se stessi nella vita di tutta i giorni? Perchè è ancora necessario nascondersi? Ma sopratutto, perché ancora non esiste una legge che tuteli la comunità? Perché è ancora possibile discriminare e non essere puniti?
Domande a cui qualcuno dovrebbe rispondere, perché non se ne può davvero più. “Come Arcigay Vicenza, vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alle due ragazze per condannare e denunciare questo fatto che non è solo causa di sgomento, paura e stress, ma profondamente avvilente e nocivo alla dignità personale. L’azione della Associazione continuerà più forte nella tutela della comunità, affinchè casi come questo siano criminalizzati e sempre più rari“. Da Arcigay Vicenza fanno sapere che al momento, visto e considerato che le ragazze non hanno ancora sporto denuncia, il nome del locale non sarà diffuso (anche per motivi strettamente legali): “Le due ragazze a breve si sposeranno, ed è nostra intenzione tutelare la loro privacy e tranquillità. Tuttavia, siamo in contatto con loro e se decideranno di proseguire legalmente vi terremo informati e agiremo di conseguenza. Vi invitiamo comunque a condividere il fatto, è importante una cittadinanza attiva e vigile!“.
Il 30 marzo prossimo il ddl contro l’omotransfobia approderà finalmente alla Camera dei Deputati.
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Dovete pubblicare il nome del locale così che le persone del luogo possano decidere di boicottare il locale. Non bisogna avere paura della verità, ognuno deve subire le conseguenze delle proprie azioni. Chi ha discriminato sia punito col boicottaggio e per farlo serve il nome del locale. Se no diventa solo uno dei tanti articoli su gay.it in tema di omofobia mentre può essere un’occasione di riscatto per far sentire la nostra forza attraverso azioni di boicottaggio.
Successa la stessa identica cosa a noi. Sempre a Vicenza, ma un’altra provincia.
Nel nostro caso però i clienti non hanno fiatato, è stata la titolare a fare tutto, a insultarci e cacciarci davanti a tutti