Dame Westwood sputa sulle elucubrazioni gender-less o gender-fluid, con antico e iconico gesto punk. Riprende il coltello dalla parte del manico, si alza la sottana, manda tutti a fare in culo e ci ricorda che mentre noi ci eccitavamo per il nuovo lei sono quarant’anni che lo sa e che lo fa.
E basta fare mente locale e quattro conti col punk per ricordarsi che sì, chi prima di lei? Chi meglio di lei? L’annullamento nichilista del corpo che si faceva feticista nelle citazioni bondage e poi primitivo con le t shirt in cui si incastonavano ossa di pollo e poi decadente fino allo sfilacciarsi completo dell’identità. There’s no future for you.
Oggi invece finita e bollita quella ribellione estetizzante, il nichilismo lo troviamo nei riferimenti e nei tagli degli abiti da casalinga disperata di periferia. Leggins cafoni, spalline crollate e lunghezze al ginocchio che ammazzerebbero chiunque. Prendisole adriatici, scamiciati adattissimi per un salto da Tesco. Vivienne si erge ad ape regina delle vaiasse londinesi e guida un esercito inter-gender di casalinghe appesantite e post-capitaliste, post-consumiste e post-bancarella.
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