Buon compleanno Xavier Dolan, ‘enfant prodige’ del cinema QUEER

32 anni, acclamato dalla critica e amatissimo dalla comunità LGBT. (Ri)scopriamo il 'mito' di Xavier Dolan attraverso tutti i suoi film. Qual è il vostro preferito?

Xavier Dolan
5 min. di lettura

È un vero e proprio artista, riuscendo a essere attore, regista, sceneggiatore e molto altro ancora. Xavier Dolan, in pochissimo tempo, si è contraddistinto all’interno del mondo dello spettacolo come un giovane di grande talento, capace di raccontare la vita, gli amori (senza etichette), i sogni, le vittorie e le sconfitte delle generazione di oggi. Con un sguardo molto appassionato rivolto alla società contemporanea, dal 2009 ad oggi, Xavier Dolan ha scritto, diretto e interpretato una manciata di film che sono diventati già dei piccoli (ma grandi) cult.

Buon compleanno Xavier Dolan, ‘enfant prodige’ del cinema QUEER - xavier dolan - Gay.it

Amante della cultura pop, della letteratura e dell’arte in ogni forma, la “poetica” e i temi a lui cari traspaiano in modi diversi in quasi tutti i suoi lavori. Amato dalla critica, venerato dalle nuove generazioni e dalla comunità LGBT perché abile romanziere dei tempi moderni, Xavier Dolan viene definito il bambino prodigio del cinema. Oggi, 20 marzo 2021, compie 32 anni e nel giorno del suo compleanno vogliamo ricordare Dolan attraverso la carriera e quei film che gli hanno regalato il meritato successo.

 

Baciato dal successo fin dal suo primo film

Xavier Dolan-Tadros nasce a Montreal. Figlio di un attore e di un’insegnante franco-canadese, fin da bambino ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Ha partecipato a diversi spot pubblicitari, debuttando come attore in una serie tv nel 1994, per farsi notare poi nel controverso Marthys e, nello stesso periodo, comincia a lavorare al suo primo film da regista. J’ai tuè ma mère, racconto semi-autobiografico e basato su un testo che lo stesso Dolan aveva scritto all’età di 16 anni, diventa un film nel 2009 e viene selezionato per la Quinzaine Des Realisateurs del Festival di Cannes in cui vince tre premi.

Da questo esordio così fulminante in cui Xavier è anche co-protagonista insieme a Francois Arnaud, nasce il mito del giovane regista che è capace di fotografare la realtà senza nessun freno inibitorio. Con un tratto ancora un po’ ruvido, il regista racconta la storia di un giovane ragazzo alle prese con il suo primo amore e con un rapporto conflittuale con la madre, sotto il cielo di una cupa Montreal. Un film adolescenziale ma “forte e audace”. Baciato da ottime critiche, da quel momento in poi per Dolan è un continuo susseguirsi di ottime prove da regista.

https://www.youtube.com/watch?v=p3vc7H_bSFU

Stessa cosa per Les Amours imaginaires, film del 2010, presentato anch’esso al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard. Xavier Dolan è ancora una volta regista e attore protagonista di una storia su un amore a “tre”. Francis e Marie, amici di vecchia data, uguali ma diversi sotto ogni punto di vista, subiscono il fascino di Nicolas, giovane di Montreal, che sconvolge le vite di entrambi. Nella raccontare il significato del “colpo di fulmine”, Dolan si cimenta in un ritratto dolce e onesto dei giovani alla ricerca di loro stessi.

La scoperta della ‘femminilità’ in Laurence Anyways

Ma il suo film più bello e assai particolare è Laurence Anyways, uno dei primi del regista che ha trovato una buona distribuzione anche nelle sale italiane. Presentato, come da consuetudine, al Festival di Cannes del 2012, ha vinto anche una Queer Palm. Il regista, prendendo le distanze dai canoni dei due precedenti lavori, come un quadro in movimento si cimenta nel racconto di Laurence e nella sua spasmodica ricerca della propria femminilità. Xavier qui figura solo come regista e sceneggiatore, ma resta il suo tratto distintivo e quel suo solito sguardo intenso e vibrante verso la comunità LGBT. E  dopo è stato l’anno di Tom à la ferme.

Un film cupo, disturbante ma anche questo di rara bellezza. Dolan torna come attore in un racconto di un amore a senso unico. Qui è il Tom del titolo, giovane copywriter, che si reca in campagna per il funerale del suo compagno. Finirà tra le braccia del fratello più grande di Guilluame. Una forte attrazione che condurrà entrambi alla scoperta di loro stessi. Arrivato a Venezia alla mostra del cinema, vince il premio FIPRESCI. Il successo però, quello vero, e la consacrazione come  astro nascente della cinematografia contemporanea arriva con Mommy.

https://www.youtube.com/watch?v=0Q0C1NTMC14

Il film del 2016, che vince il Premio della giuria al Festival di Cannes, segna una svolta per Xavier Dolan. Non solo si nota ancora di più la sua abilità nell’utilizzo della macchina da presa, ma è con questo film che si intuiscono tutte le sue prodezze di abile narratore. Tornano i temi cari al regista, soprattutto il rapporto tra madre e figlio, e i problemi legati alla sanità mentale. Un lavoro molto coraggioso sulla “crudeltà della vita”.



Due anni dopo arriva E’ solo la fine del mondo, era il 2016, in cui in questa saga familiare d’impostazione teatrale, Xavier Dolan dirige Gaspard Ulliel, Vincent Cassell e Marion Cotillard. Un film pungente, imperfetto ma sagace, che scava profondo nei legami familiari e negli amori persi (e ritrovati).

Lo scivolone con il suo primo film americano

Inevitabilmente, il talento del giovare regista arriva anche ben oltre il territorio canadese, e le major americane gli affidano La mia vita con John F. Donovan. Questo, per il momento, è il suo unico film girato negli Stati Uniti con cast di stelle hollywoodiane come: Kit Harington, Natalie Portman, Susan Sarandon e Kathy Bates. Sulla carta pareva un successo annunciato, ma in realtà si è tramutato in un flop senza precedenti.

Buon compleanno Xavier Dolan, ‘enfant prodige’ del cinema QUEER - La mia vita con John F. Donovan di Xavier Dolan - Gay.it

La produzione è stata molto travagliata. Dolan si è trovato di fronte un film lungo ben cinque ore e, in fase di post-produzione, è stato costretto a fare dei tagli selvaggi tanto da eliminare la parte di Jessica Chastain. Quel che resta è un film senz’anima e senza cuore, che non implode mai. Indimenticato, però, per la sua sequenza finale che risolleva le sorti di una storia in cui manca il tocco audace di Xavier.

Per fortuna è arrivato Matthias & Maxine. Nelle sale poco dopo la fine del primo lockdown, il regista torna come attore in un romance movie a tinte vividamente LGBT. In una storia di amicizia ma anche di (ri) scoperta, il racconto si focalizza sulla vita di due amici d’infanzia che, un bel giorno, scoprono di non poter fare a meno l’uno dell’altro, capendo che quel legame di amicizia (da sempre) aveva nascosto qualcosa di più.

Non solo cinema ma anche musica. Nel corso della sua carriera, Xavier Dolan dirige anche Hello, il video clip di Adele e continua il suo studio della settima arte. Appare in Boy Erased, nel secondo capitolo di I e in una piccola parte in 7 sconosciuti a El Royale. Dichiaratamente gay, della sua vita privata si sa poco o nulla. A trasparire è sempre il ritratto di un eterno Peter Pan, ma anche di un uomo conscio del suo talento e consapevole di aver lasciato un’impronta nel cinema di oggi ma anche in quello del domani.



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