“I commenti beceri? Non li abbiano neanche visti in quel mare di auguri. Pizzo, con il suo affetto e la sua ospitalità, ci ha fatto il regalo più bello che potessimo desiderare per la nostra unione”.
Così parlano Carmine e Gabriel, 36 e 33 anni, a 21righe.it. I due sono stati protagonisti di una vicenda dolceamara: dopo la loro unione civile celebrata a Pizzo, Calabria, il sindaco aveva pubblicato entusiasta una loro foto, ricevendo le critiche violente e omofobe di alcuni membri dell’opposizione locale (LEGGI >).
Carmine è un avvocato e ha la doppia cittadinanza venezuelana e italiana; Gabriel, venezuelano autoctono, si occupa di marketing e pubblicità. I due vivono a Forlì ma avevano scelto il comune nel Vibonese, dove erano stati in vacanza, per la loro unione civile: una scelta coraggiosa, considerando che la Calabria è stata una delle ultime regioni ad applicare la legge sulle unioni civili (LEGGI >).
Ma la Calabria è davvero retrograda e discriminatoria come molti erroneamente credono? “No, non è affatto così. È stato bellissimo ricevere tutti quegli auguri attraverso il web, ma non solo. In particolare, ci ha colpito una signora anziana che vive vicino al Bed and Breakfast dove abbiamo alloggiato. La mattina del giorno dopo la cerimonia, siamo scesi in strada con le valige per ripartire e questa signora ci ha abbracciati e ci augurato di essere felici. Le aveva parlato di noi sua figlia, che aveva visto le foto e letto della nostra unione su Facebook“.
Le allusioni offensive e discriminatorie piovute sulla coppia sono state ben poche: in particolare, ha fatto discutere quella di Giorgio Caridà, esponente di destra, che su Facebook aveva scritto “vomito”, “schifo”, “questo scempio presto non accadrà più“. Fa piacere però scoprire che il collaboratore del consigliere regionale Giuseppe Mangialavori è stato allontanato da quest’ultimo, che su Facebook ha dichiarato: “Prendo le distanze in modo netto e categorico dalle esternazioni poco civili del sig. Giorgio Caridà, a titolo personale e del partito che rappresento. Pur essendo un mio collaboratore, di certo non riveste il ruolo di portavoce né del sottoscritto né tantomeno del partito e pertanto si assumerà la responsabilità di quanto scritto“.
Una storia quindi che si conclude nel migliore dei modi, con l’amore che ancora una volta vince su tutto. “Ieri sera, tornati a casa a Forlì, abbiamo letto tutto, ma non ci siamo soffermati sui pochissimi commenti negativi“, commenta la neo famiglia. “Né in Venezuela né in Italia abbiamo mai dovuto affrontare gravi situazioni di intolleranza, anche se siamo consapevoli che ci sarà sempre chi non riesce a concepire l’omosessualità. Ma ognuno può pensare e dire quello che vuole, perché siamo tutti liberi di esprimere le nostre idee. Per noi non è un problema, al massimo ci ridiamo su e andiamo avanti. Ciò che invece non ci aspettavamo in questa misura è l’affetto che ci hanno dimostrato in tantissimi e l’accoglienza calorosa che ci hanno riservato i pizzitani. La magia del Castello Murat ha fatto il resto, rendendo il giorno della nostra unione civile indimenticabile. Grazie, mille volte grazie“.
fonte: 21righe.it
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