“Checcalendario 2023”: Alessandro Bianchi racconta il suo calendario che celebra la storia LGBTQIA+ italiana

Alex Bianchi, aka Zucchero Sintattico, ha creato un modo originale per comunicare i protagonisti della comunità

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Checcalendario zucchero sintattico alessandro bianchi
Checcalendario zucchero sintattico alessandro bianchi
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Se non sapete cosa regalare a Natale, magari unendo la sorpresa di un regalo a qualcosa di utile per l’anno nuovo, allora una chicca che non dovreste perdervi è il nuovo “Checcalendario 2023”. Tranquilli, il nome è esattamente quello che sembra: un calendario LGBTQIA+. E a crearlo è stato Alessandro Bianchi, content creator conosciuto sui social come Zucchero Sintattico (@zuccherosintattico) candidato ai nostri Gay.it Awards (votate qui!).

Checcalendario 2023 Gay.it

Il “Checcalendario 2023” accompagna i mesi del prossimo anno con i protagonisti della storia LGBT italiana, con gli attivisti e i movimenti che ne sono stati protagonisti: da Franco Grillini a Marcella Di Folco, da Porpora Marcasciano a Giovanni Minerba, dal FUORI ad Arcigay. Il calendario comprende personaggi provenienti da tutto lo stivale, uno stivale da drag queen, come si legge nella sua descrizione. Un’idea originale per celebrare in modo diverso la storia della nostra comunità. E Alessandro Bianchi ha raccontato a Gay.it come è nato:

«L’idea è nata un po’ da alcune mie ossessioni, prima di tutto l’ossessione per il tempo perché io non ho memoria e sono circondato da calendari. Visto che avevo la possibilità di crearne uno per me, volevo cercare di realizzare qualcosa che potesse celebrare i personaggi della storia, quindi volevo fare un tributo nei confronti degli attivisti che si sono sbattuti per far andare avanti l’Italia in tema di diritti. Noi conosciamo tantissime persone che hanno a che fare con i diritti civili a livello globale. Siamo tanto bravi a conoscere le icone americane, per esempio, della storia LGBT, perché, insomma, gli americani sono molto bravi a parlare della propria storia in tutte le loro sfaccettature, almeno questa è la mia percezione, e trovo che a livello mainstream sia stato più difficile per noi come comunità comunicare la nostra storia, quelli che sono stati i protagonisti per i diritti. E sono tanti. Io ne ho dovuti raccogliere 12, però ci sono tantissime persone che nel loro piccolo o grande hanno fatto tanto»

Checcalendario 2023 Gay.it
Celebrare la comunità LGBTQIA+ e i suoi protagonisti con il “Checcalendario 2023”

Oltre ad essere un simpatico modo di celebrare la comunità, il “Checcalendario 2023” – che potete trovare qui – ha anche un obiettivo molto più largo che ha a che fare, appunto, con la comunicazione e la visibilità. Quest’ultima, soprattutto, sempre difficile nel nostro bel Paese. Raccogliere i protagonisti della nostra storia in un oggetto che può, a differenza di molti altri, virtualmente raggiungere davvero tuttə, anche chi quotidianamente è contro la comunità LGBTQIA+, non è cosa da poco. La stessa cosa ci racconta Alessandro, pensando a dove potrebbe finire il suo calendario:

«Raccoglierli dentro un calendario per me significa anche cercare di accostare questi personaggi a un discorso di visibilità. Magari ora non sono famosi al di fuori della nostra comunità però il loro attivismo ha richiesto l’essere stati visibili perché hanno fatto coming out e ci hanno messo la faccia. Se ci pensi un calendario lo appendi, chi entra in casa lo vede, se lo metti in ufficio i tuoi colleghi lo vedono. Secondo me è un modo elegante, non troppo aggressivo, anche molto bello grazie alle illustrazioni di Manuel Frattini, e discreto di comunicare, di fare cultura e di trasmettere un messaggio solo stando appesi sulla parete. Poi il mio sogno è che non venga appeso soltanto in ufficio o nella cameretta, penso in grande quindi che ne so, in officina accanto al calendario di Elisabetta Canalis, in parrocchia o nella sede di un partito di destra, perché a quel punto significa che proprio arriva dappertutto. Forse in un partito di destra meglio di no perché forse ci giocherebbero a freccette, però l’idea è questa»

Checcalendario 2023 Gay.it
Il “Checcalendario 2023”

E se qualcuno stesse già storcendo il naso a un calendario che si chiama “Checcalendario”, con un chiaro gioco di parole con la parola “checca”, è bene che non parta subito in quarta. Quello che per Alessandro è nato come un semplice gioco di parole si è trasformato poi, a lavoro finito, in una bella motivazione sul perché a volte possiamo anche riappropriarci di quei termini che per tanto tempo sono stati considerati offensivi:

«Ho ragionato dopo sul fatto che il nome potesse essere provocatorio. Io sono Heidi, sono ingenuo a questi livelli, e quindi io avevo pensato solo al gioco di parole con “che calendario” che contiene la parola “checca”. Dopo che mi ero innamorato dell’idea, ho pensato che potesse far storcere il naso a qualcuno. In realtà, se vogliamo, c’è anche un discorso di riappropriazione della parola, perché noi pensiamo sempre alle parole più offensive. Secondo me potrebbe spingere anche qualcuno a sorridere all’idea di un calendario che si chiama così e magari non vergognarsi di pronunciare certe parole e allo stesso tempo far riguadagnare al termine una giusta dignità»

Checcalendario 2023 Gay.it
Cosa troviamo all’interno del “Checcalendario 2023”

Insomma, il “Checcalendario 2023” è un ottimo modo per ricordare la storia della comunità LGBTQIA+ italiana, senza infilarsi negli approfondimenti un po’ più accademici. Per quelli ci sono altre occasioni e altri mezzi. Tuttavia, non crediate che un calendario dedicato alla comunità LGBT e al suo passato non abbia un pensiero anche per il nostro presente. Se alcuni degli attivisti contenuti nel calendario fossero con noi ancora oggi, quello che ci direbbero è probabilmente quello che Alessandro ha voluto scrivere sul retro del suo “Checcalendario”:

«Io sul retro del calendario ho deciso, dopo le ultime elezioni, di scrivere: “I diritti sono tanto preziosi quanto fragili, se non prestiamo la dovuta attenzione, in un attimo possono rompersi”. Questo è il mio stato d’animo nei confronti della situazione politica attuale. Penso che il livello di guardia debba essere alto e dobbiamo essere sempre vigili, soprattutto in questo momento. Ci sono state persone che ci hanno fatto arrivare a un certo punto in tema di diritti che diamo per assodati e se poi succede qualcosa a livello politico può darsi che li perdiamo. Quello che abbiamo conquistato non è da dare così per scontato. Quindi il mio stato d’animo al momento è: stiamo in guardia, antenne dritte»

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