La vita secondo Maria De Filippi: frasi e citazioni memorabili della regina della tv

L'infanzia a Pavia, il rapporto coi genitori, Maurizio Costanzo, la televisione e molto altro ancora.

La vita secondo Maria De Filippi: frasi e citazioni memorabili della regina della tv - maria - Gay.it
4 min. di lettura

Oggi è il 55° compleanno di Maria De Filippi e per celebrarla ci siamo fatti un giro tra le sue interviste e le dichiarazioni degli ultimi anni a caccia di storie, aneddoti e opinioni. Ecco cosa abbiamo trovato.

IL PASSATO

Mi ero laureata bene e mio padre voleva che rimanessi nel mondo universitario. Ci provai ma non era cosa per me. Tentai con grande sicurezza il concorso per diventare magistrato e mi bocciarono. Cominciai a mandare in giro curriculum, niente. Mia madre si ricordò di un suo vecchio fidanzato, Franco Crepax, il discografico della Cgd. Andai da lui e finii nell’ufficio legale di un’associazione che si chiamava Univideo. Lavorando lì, dopo un anno, conobbi Maurizio Costanzo.

Sin da piccola sono sempre stata abituata ad ascoltare perché in famiglia non avevo molta voce in capitolo. Ero la seconda e quindi, come tale, dovevo imparare a sentire più che a parlare. L’unica cosa che potevo dire all’epoca era: perché? Infatti mio papà mi chiamava Perché. Così, fin da quando ho iniziato a fare televisione ho sempre lavorato con le storie che arrivavano al centralino della redazione dei miei programmi. Nonostante io viva dentro una scatoletta, il fatto di aver avuto sempre un rapporto diretto con le persone che chiamano forse ha fatto la differenza. I miei programmi non li ho mai fatti sulla base di quello che pensavo io ma sulla base di quello che arrivava da fuori.

Mi madre insegnava latino, greco e italiano, molto severa, con due figli. Mio fratello corrispondeva esattamente al suo ideale di erede. Un coscienzioso studente del classico che non avrebbe mai copiato in vita sua. Poi c’ero io. Un mondo a parte. Una che Platone, secondo lei, non poteva affrontarlo: “Non hai il carattere”

LA TELEVISIONE

Ad un certo punto finirà. Nel caso diventassi patetica nel continuare a voler andare in video spero che qualcuno mi bussi sulla spalla.

Non mi sono mai considerata il meglio della televisione, ma nemmeno il peggio. I miei programmi sono fra i più educati.

Dopo tanti anni che faccio televisione, ho capito che se dico una cosa devo stare attenta perché la gente può pensare che non sia un’opinione ma che possa essere vero, invece è semplicemente un’opinione. E nelle trasmissioni che registro quando mi scappano — perché mi scappano, eh — frasi legate a quello che penso, legate al mio umore, poi le taglio sempre. Mi autocensuro tutte le volte perché penso che non sia giusto esprimere il mio pensiero.

Amici secondo me è tutto fuorché televisione non educativa. Perché ti insegna il valore del sacrificio, l’importanza dello studio e di dedicarsi alla propria passione. Ti insegna anche a vivere di quello che sogni, a provare ad alimentare la tua aspirazione. Ma ti insegna anche la sconfitta e ti dimostra che esiste la vita oltre l’insuccesso. Uomini e donne invece non lo trovo diseducativo, l’educazione spetta ai genitori e alla scuola, non penso debba essere compito mio. Basta navigare su internet o guardare Facebook: Uomini e donne altro non è che quello che adesso i ragazzi fanno su internet e su Facebook. Identico”

MAURIZIO COSTANZO

Maurizio mi ha dato l’occasione di fare televisione. Capisco che qualcuno possa pensare che io mi sia messa con lui per interesse. Ma di fatto non è stato così.

Non ci fosse stato Maurizio, non sarei andata in onda, ero considerata un’idiota.

Maurizio mi ha insegnato a entrare in scena, mi spiegherà come uscirne.

Per imparare a raccontare, Maurizio mi ha fatto leggere non so quanti gialli di Simenon facendomi fare il riassunto e la sintesi: ‘Riassumi in 5 minuti’, ‘riassumi in 3 minuti’, ‘riassumi in un minuto’, ‘dimmi qual è il centro del libro’, e così via.

Condividiamo una sfera in cui le domeniche sono un’astrazione e l’autoreferenzialità un obbligo. Ci siamo trovati. Capiti. Abbiamo sviluppato gli anticorpi.

Quando la storia divenne impegnativa, quello che io feci, spero non me ne voglia, fu fare piazza pulita intorno a lui, detto francamente, far scomparire le altre. Non solo la moglie. Sono imbranata ma non scema. Delle sensazioni erano diventate certezze. Ma io non volevo entrare nel novero.

Sa di non essere avvenente. E allora gioca tutto sulla parola. È capace di attenzioni straordinarie. Ha la parola giusta nel momento giusto, capisce cosa vuoi veramente, dove può colpirti. È molto intelligente.

UOMINI E DONNE E IL TRONO GAY

Il tronista non piace neanche a me, ma evito di pensare continuamente che sono meglio di lui.

Mi sono ispirata alle pubblicità con i belloni. Ricordate il muratore mozzafiato che porta le casse di Coca-Cola in spalla? Tutte a dire: “Che bello uno così, perché non lo si incontra nella vita!”. Detto fatto. Ho messo in tv quello che ho visto fuori. Ho preso addominali, bicipiti, glutei e li ho messi sul trono. Qual è la mia colpa?

Io non ho fatto il trono gay per una comunità gay risolta nella vita che non ha bisogno della De Filippi che la rappresenti, ma per tanti ragazzini che chiedevano aiuto a C’è posta per dichiararsi in casa o perché discriminati a scuola. Dalla televisione conosci e impari. Io vivo in una realtà ovattata, in una città come Roma, ho tanti strumenti e fortune. In altri paesini sperduti d’Italia è più difficile spiegare e capire le cose.

La cosa carina è il loro imbarazzo, durante Uomini e donne si ballano i lenti e sono successi vari momenti dove c’era il corteggiatore che invitava la transita o viceversa. Claudio (Sona) non veniva invitato a ballare, c’era la domanda se si poteva fare nonostante la redazione abbia dato massima libertà. Allora mi sono alzata io, ho ballato io con lui e dopo mezz’ora c’è stato il ballo. Lui è stato carino, con me ha ballato abbracciato, col suo corteggiatore distaccato.

LE CRITICHE

I miei detrattori vedono una parte di realtà che li fa vergognare e amerebbero nascondere sotto il tappeto. La vedono e insorgono. Ma non è che censurandola cambi qualcosa. È un’illusione.

Mi fa arrabbiare la gratuità. La violenza senza senso. Il livore. Succede di incontrarlo anche su Internet che è uno strumento strepitoso, ma purtroppo accentua alcune forme di delirio. Le persone si nascondono dietro un nick e galvanizzate dal bianco e nero si eccitano con follie e sfoghi denigratori. Io leggo e rimango scioccata.

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