INSIEME PER DIFENDERCI DALL’ODIO

Perché sempre più lesbiche si avvicinano alla realtà del transgenderismo FtM? In un incontro alla Festa dell'Unità di Genova, la strategia per combattere la violenza contro la 'diversità'.

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GENOVA – Si è svolto giovedì 16 settembre alle 18, presso la FestaUnitàNazionale di Genova, di fronte a un pubblico composto quasi esclusivamente da donne, l’incontro “Voci che rompono il silenzio. Contro trans/omofobia. Un appello alla lotta contro la violenza alle donne, alle minoranze oppresse e alle diversità“.
Il romanzo cult di Leslie Feinberg Stone Butch Blues, un vero e proprio manifesto politico omosessuale e transgender di denuncia e incitazione alla lotta, è stato lo spunto che ha aperto le riflessioni su ciò che veramente accade nel nostro Paese.
Due gli importanti temi che sono stati trattati nel corso dell’incontro: quello della identità o, meglio, della costruzione storica delle identità di genere a disposizione del singolo individuo; e quello della fobia del diverso che si tramuta in isteria e aggressione di massa, sino alla legittimazione statale dell’eliminazione fisica dei “colpevoli”.
«Dovremmo interrogarci su quanto l’ambiente e le condizioni sociali influiscano nella determinazione dell’identità» ha detto Nerina Milletti, ricercatrice e owner del portale Ellexelle, durante la sua analisi della metamorfosi fisica e psicologica di Jess, protagonista di Stone Butch Blues. E alla domanda di Mirella Izzo, moderatrice dell’incontro e presidente dell’associazione organizzatrice, Crisalide Azione Trans, sul perché tanto controverso interesse da parte delle lesbiche riguardo il transessualismo/transgenderismo FtM, (Female-to-Male), la Milletti ha risposto che «il transgenderismo rappresenta per le donne femministe e lesbiche nuovo materiale di riflessione e nuove prospettive d’analisi: interrogarsi su cosa significhino “donna” e “uomo” è fondamentale per tutte/i».
L’impatto della nuova cultura emergente degli ‘uomini nuovi’ sul mondo femminile e lesbico è stata recentemente oggetto di discussioni anche animate proprio durante gli incontri in varie città italiane per la presentazione di Stone Butch Blues lo scorso giugno. E’ chiaro che siamo finalmente giunti a un nodo cruciale, un appuntamento al quale né le lesbiche né i transessuali possono sottrarsi e che dovrà portare gli uni e le altre a riconoscere il tratto di Storia comune nonché le reciproche differenze, anche se questo vedrà schierate da una parte le ragioni legate alla difesa e alla dignità del corpo della donna, dall’altra il doveroso riconoscimento di una realtà, quella del transessualismo, emersa solo recentemente nel suo carattere di trasformazione fisica più radicale, ma presente come componente psichica di un individuo sin dalla nascita stessa dell’umanità.
L’analisi di Stone Butch Blues nella sua denuncia delle infinite violenze inflitte a chiunque si discosti dall’unico modello sociale ricalcabile, e specialmente a coloro che escono dal sistema binario uomo/donna per orientamento sessuale, espressione e identità di genere, ha dato il via alla seconda parte dell’incontro genovese, incentrato sulla lesione dei diritti più elementari dell’individuo in Italia.
«Ciò che forse non tutti sanno è che tali diritti sono sanciti internazionalmente e proteggono tutti i cittadini del mondo contro ogni tipo di discriminazione» ha detto Claudia Rubino di Amnesty International Italia, Coordinamento LGBT, dopo un dettagliato resoconto di quante e quali violenze sono perpetrate nel mondo ai danni delle persone LGBT. «Ognuno di noi ha diritto alla salute, alla libera espressione delle proprie idee e alla privacy. Dovunque questi diritti sono calpestati, Amnesty interviene con una massiccia campagna di pressione. Lo Stato che non difende questi principi e addirittura li contrasta emanando leggi discriminatorie si ritrova addosso gli occhi di tutto il mondo, costantemente».
L’incontro è terminato con una toccante testimonianza. Cinzia Ricci sta portando avanti una coraggiosa battaglia contro il silenzio in cui l’odio di alcuni per la sua diversità ha cercato di costringerla: «Noi pensiamo che l’Italia sia una specie di paradiso. Non lo è. Il movimento pensa al PACS, incita alla visibilità e all’attivismo, ma quali garanzie dà poi ai giovanissimi che si espongono? Se non sa dare una risposta, è segno evidente che deve rivedere le sue priorità». Cinzia è stata colpita nel modo più crudele e perverso: negli affetti. Lo scorso 18 aprile un gruppo di uomini ha violentato la sua ragazza. Le hanno fatto questo perché portasse a Cinzia un messaggio: “Smettila”. Cinzia ha avuto la “malaugurata” idea di essere una lesbica visibile e attivista.
«Vi abbiamo chiamato qui, oggi, per pensare insieme a una strategia di difesa – ha detto Davide Tolu, portavoce del Coordinamento FtM – Ammettere che in Italia ci siano abusi e violenze che restano impuniti non significa fare del terrorismo psicologico ma smetterla di accettare passivamente. Sarà guerra, sarà dura, ma è necessario ribellarsi».
«L’unico modo per combattere l’ignoranza che genera la discriminazione è essere visibili, far capire al mondo che le persone omosessuali e transgender sono qui, vicine a loro. Ci ammaliamo come tutti, abbiamo desideri, amiamo, paghiamo le tasse e non siamo poi così diversi dagli altri» ha commentato Cinzia Ricci.
Mirella Izzo conclude con una promessa: «Crisalide Azione Trans vuole dare un forte esempio di solidarietà e trasversalità nella comunità LGBT e organizzerà altri incontri come questo. Dobbiamo restare uniti, transessuali, transgender, lesbiche e omosessuali. Smettiamola innanzitutto con le discriminazioni proprio in seno al nostro movimento».
I contatti:
^SCrisalide Azione Trans^s www.crisalide-azionetrans.it info@crisalide-azionetrans.it
^SCoordinamento Nazionale FtM^s www.ftminfoline.net ftm@crisalide-azionetrans.it
^SElleXelle^s www.ellexelle.com milletti@women.it
^SCollettivo 9 Luglio^s www.cinziaricci.it – www.noveluglio.altervista.org
^SAmnesty Internazional Italia. Coordinamento LGBT^s www.amnesty.it coord.lgbt@amnesty.it

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