LA NORMALITA’ DI ESSERE GAY

"Chris", romanzo di Johann S. Lee, racconta di un amore che sboccia a Singapore, dove essere gay è punibile col carcere. Ma dove invece è possibile vivere con serenità, e lottare con la forza dell’amo

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Ci sono alcune persone omosessuali che vivono il proprio orientamento senza nessun senso di “diversità”. Anche negli ambienti sociali più ostili, il loro modo di presentarsi, semplice e naturale, rappresenta un testimonianza concreta della normalità insita nell’essere gay. E questo non significa affatto che anche loro non lottino per l’auto-accettazione, che non vivano sulla propria pelle i conflitti e le opposizioni di una società “eterocentrica”. Ma semplicemente rifiutano, a volte addirittura in maniera inconsapevole, la possibilità che l’ambiente li costringa in una sorta di zoo dei diversi.

Chris, il protagonista dell’omonimo romanzo di Johann S. Lee edito dalla casa editrice pugliese Besa, è uno di loro. E’ un ragazzone atletico, impegnatissimo nelle attività sportive del suo college, destinato addirittura a diventare un nuotatore agonistico. Ed è omosessuale. Non solo: Chris vive a Singapore, dove l’omosessualità è considerata un comportamento immorale, un atto contro natura punibile per legge con il carcere e che non trova alcuna accettazione nella struttura sociale del paese. Eppure la giovinezza del protagonista, raccontata nel romanzo con stile autobiografico (anche se l’autore nega ogni riferimento alla sua esperienza personale) si svolge con forza e serenità, opponendo alla chiusura dell’ambiente una consapevolezza senza macchia.

Nonostante l’attacco tragico (“Samuel è morto la settimana scorsa”), il romanzo non ha nulla di pesante, e avvolge il lettore con un’atmosfera calda e intima, narrando con stile semplice e efficacissimo la scoperta dell’omosessualità che Chris compie incontrando al college Ken, un affascinante ragazzo di origini indonesiane. Con lui, il protagonista vive una storia di amore intensa e travolgente, tipica degli anni dell’adolescenza, che finisce con l’inevitabile distacco: Ken, al contrario di Chris, insegue il fantasma di una vita “normale”, di una famiglia costruita con una donna, con dei figli, con un lavoro soddisfacente. Sarà interessante, più avanti nel libro, confrontare la calda e accogliente unione creata da Chris con il suo compagno, con l’infelicità sorda e taciuta di Ken, insoddisfatto e frustrato dalla famiglia tanto desiderata.

Chris attraversa anche l’esperienza del servizio militare, condotto da tre-zero-due, come vengono schedati gli omosessuali nell’esercito di Singapore. Alla visita di leva, infatti, il giovane non riesce a mentire alla domanda di prassi di un ufficiale circa il suo orientamento sessuale. Uno slancio di verità che lo porterà a vivere i due anni e mezzo di servizio svolgendo compiti di ufficio, senza mai imbracciare un fucile, ma che gli consentiranno anche di incontrare Samuel, l’uomo con cui condividerà la più grande esperienza sentimentale della sua vita.

Sorprende nel racconto degli anni di vita militare il contrasto tra l’accettazione diffusa tra i colleghi del protagonista verso le persone gay, e la discriminazione sancita dalle regole dell’esercito: contrasto che sembra rappresentare bene la realtà di un paese, in cui l’omosessualità è tanto diffusa quanto ufficialmente negata, e dove le leggi continuano a ignorare, quando non contrastano apertamente, i comportamenti della società.

Come annunciano le prime parole del romanzo, Samuel morirà: non sveliamo come, e consigliamo di non leggere la quarta di copertina che racconta troppo di quello che è bene scoprire con i ritmi della lettura. Ritmi molto ben calibrati da questo giovane autore che, alla sua opera prima, sorprende per l’abilità letteraria in bilico tra il diario e il romanzo sentimentale. Johann S. Lee coinvolge il lettore con discrezione. Tra le righe sembra di percepire lo sguardo della pesante censura vigente in Singapore: le oltre duecento pagine del romanzo non contengono alcun riferimento alla vita sessuale del protagonista, se si esclude le asettiche domande sul sesso orale e anale che gli rivolge l’ufficiale psicologo che lo interroga alla visita di leva. Eppure la narrazione corre lungo il filo dell’erotismo, inteso nel senso più alto e profondo, rappresentando con verità e sentimento l’intensità delle relazioni di Chris, il calore delle sue passioni giovanili.

“Chris” è, in definitiva, un libro gradevole la cui principale caratteristica è la “normalità”: gli amori del protagonista sono narrati come si potrebbe fare in uno dei tanti romanzi sentimentali “etero” presenti sul mercato

Qualche refuso di troppo, ma una bella traduzione di Giuseppe Striccoli, per questo romanzo che grazie all’editore Besa è ora accessibile al pubblico italiano. E che ha una importante qualità: quella di riuscire, sia attraverso l’identità del suo protagonista, sia attraverso lo stile, a fare passare un messaggio che è possibile udire sempre più anche nel nostro paese, e di cui si deve sentire una forte esigenza a Singapore. Che omosessuale è normale.

JOHANN S. LEE

“Chris”

Besa, pp. 240, € 15

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