È successo ieri, al rientro dal week end pasquale, su un treno come qualunque altro. Fou Savant, redattrice di LezPop stava per scendere alla sua fermata quando si è ritrovata, suo malgrado, al centro dei discorsi di un gruppetto di ragazzi. Discorsi per niente lusinghieri, anzi: offese, insulti, frasi che feriscono, gratuitamente. Perché non c’era stato alcun contatto tra Fou e quei ragazzi, nessun motivo di screzio, nessun alterco. L’unica “colpa” della ragazza era essere lì, in quel momento, ed essere ai loro occhi identificabile come lesbica, fuori dai canoni standard della femminilità.
“Non sono stata aggredita fisicamente – ha raccontato lei stessa in un post pubblicato dal blog per cui scrive – ma per cinque lunghissimi minuti ho dovuto ascoltare un gruppo di ragazzi fare tutta una serie di commenti sulla mia persona. Il mio cervello ormai è programmato per non farci caso e in genere ascolto sempre la musica con le cuffie quindi non sento nemmeno. Oggi però qualche frase ha superato tutte le mie difese anti omofobo”.
“Il mio ingresso (nell’area antistante le porte, ndr) è salutato da un commento da veri gentlemen che è suonato più o meno così: chissà di che sesso è questo – scrive Fou -. Capito fin da subito l’andazzo ho rivolto la mia attenzione ai muri della galleria, solo che non è finita qui. A quanto pare la mia persona li interessava molto, e parlando come se io non fossi stata a mezzo metro da loro, hanno cominciato a disquisire sulle mie pratiche a letto, ridacchiando e lanciandomi diversi sguardi sia per scannerizzarmi che per capire se li stessi ascoltando. Nonostante il mio impegno nell’ignorarli ho sentito distintamente frasi del tipo «non potrà fare a meno dei vibratori». Insomma se non si era capito questa è tutta gente che non legge quello che scrivo!” ironizza.
Il gruppetto è andato avanti per diversi minuti con commenti e frasi offensive, sapendo bene che la vittima delle loro parole stava ascoltando fino a quando è arrivata quell’espressione che “fa veramente schifo” ha commentato la ragazza. “A quanto pare se avesse avuto una ragazza tipo me nel suo letto – racconta Fou nel suo post – «ci avrebbe sboccato addosso». Vi chiedete se ho reagito? No. Con loro una risposta migliore è l’indifferenza e infatti hanno cambiato in fretta argomento vedendo che non gli davo corda, preferendo concentrarsi sulle sbronze prese in trasferta dietro la loro squadra di calcio”.
Nessuna aggressione fisica, per fortuna, ma non per questo quello che è accaduto è meno doloroso per chi l’ha subito. “Fa male sentir parlare ragazzi in questo modo e sapere che si potrebbe evitare se le scuole potessero insegnare ai ragazzi il rispetto – sottolinea Fou -. Fa male sapere che se fossi stata una donna femminile (etero o meno) avrebbero fatto tutto un altro genere di commenti sessisti, ma li avrebbero fatti comunque perché omofobia, razzismo, sessismo, sono tutti argomenti che si legano tra loro”. “Questa volta è toccato a me perché ero diversa, perché vestendomi da tomboy non rientro nei loro canoni stereotipati di maschio e femmina – conclude -. Poteva essere chiunque altro. L’omofobia è una forma di pregiudizio, ed esiste. E non venite più a dirmi che non è così”.
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