Un’avance non gradita. È questo il motivo che ha spinto, Waldir Scalzo, 27 anni, con numerosi precedenti penali a uccidere Francesco Pavone, 34 anni, domenica scorsa a Catanzaro. Scalzo, è stato rintracciato nella notte al Sert di Catanzaro e portato in Questura. Durante l’interrogatorio ha confessato l’omicidio agli investogatori della Squadra mobile ed è stato fermato. Il 27enne, che faceva uso di droga, beveva ed era già noto alle forze del’ordine, aveva conosciuto Pavone diversi anni fa ma poi lo aveva perso di vista.
I due si sono incontrati nuovamente sabato scorso in centro città e la vittima gli ha lasciato il suo numero di telefono dicendogli che lo avrebbe aiutato se ne avesse avuto bisogno. Trascorso un solo giorno, Waldir Scalzo lo ha chiamato chiedendogli se poteva dargli ospitalità perché il giovane, nato in Brasile e adottato da piccolo con un passato difficile, era senza fissa dimora. Pavone è andato a prenderlo in piazza Matteotti con la sua minicar e lo ha accompagnato in quella abitazione in località Santa Domenica di sua proprietà. Lì Scalzo ha fatto una doccia, secondo la ricostruzione resa.
Scalzo lo ha dapprima respinto, poi tra i due è iniziata una discussione sfociata in una colluttazione. Scalzo ha ferito Pavone con un coltellino alla guancia, forse poi ha avuto paura del tentativo di reazione della vittima e ha stretto una cinghia al collo del giovane soffocandolo. A quel punto è uscito di casa, ha chiuso bene il cancello e preso la minicar della vittima, vagando a vuoto. Dall’abitazione sono spariti una tv, uno stereo e il cellulare della vittima, venduti per recuperare i soldi che sono serviti a Scalzo per acquistare cocaina. L’omicida ha confessato agli investigatori di aver assunto droga anche prima di andare a casa dell’amico. Tramite segnalazioni, la Polizia lo ha rintracciato al Sert di Catanzaro e portato in Questura per sottoporlo all’interrogatorio. Lì ha ammesso le sue responsabilità e indicato ai poliziotti dove aveva lasciato la macchina, in un terreno a Settingiano.
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