Ministra per la Famiglia, la natalità e le Pari Opportunità del governo Meloni, Eugenia Roccella lanciò una raccolta firme per abrogare la legge sulle unioni civili, nel 2016, poi ampiamente naufragata. All’epoca sembrava che simile legge potesse far piovere meteoriti sul Bel Paese, con gli oppositori che ad un passo dal traguardo riuscirono a far stralciare la stepchild adoption dalla legge Cirinnà.
Solo un anno fa, intervistata da Il Foglio, la ministra ribadiva la sua contrarietà alla stepchild adoption, ovvero l’adozione del figlio biologico dell’altro o partorito dall’altra coniuge/partner dell’unione civile, anche all’interno di coppie di persone dello stesso sesso.
Nel pieno della dichiarata guerra alle famiglie arcobaleno da parte del governo Meloni, con la Procura di Padova che ha ufficialmente impugnato tutti e 33 gli atti di nascita registrati dal sindaco Sergio Giordani, dal 2017 a oggi, relativi ai figli delle coppie omogenitoriali, Roccella ha difeso l’operato dei magistrati, attaccando quei sindaci che avrebbero “osato” registrare i figli delle famiglie arcobaleno.
Intervistata dal Corriere della Sera, Roccella ha insistito: “in Italia si diventa genitori solo in due modi, o per rapporto biologico o per adozione. Lo ha ribadito anche la Cassazione“.
La ministra fa riferimento alla sentenza del “dicembre 2022, dove per le coppie omogenitoriali viene indicata la strada dell’adozione in casi particolari, un’adozione semplificata. Che ci sia il vaglio di un tribunale, quando non c’è un legame naturale, per i bambini è una garanzia in più. La genitorialità per contratto in Italia non esiste“.
Colei che per anni ha attaccato la stepchild adoption, incredibilmente adesso la abbraccia con straordinaria naturalezza. Una guerra alle famiglie arcobaleno che il Governo Meloni ha fatto partire con l’ormai celebre circolare Piantedosi, inviata a tutti i prefetti d’Italia.
“II ministro Piantedosi ha richiamato al rispetto di tutti la sentenza della Cassazione“, ha precisato Roccella. “Il governo non ha cambiato di una virgola le norme o le regole. Sono stati i sindaci, per scelta politica, a compiere atti in contrasto con quella sentenza, sapendo che avrebbero potuto essere impugnati“.
Le coppie omogenitoriali d’Italia, a questo punto, dovranno “seguire la procedura adottiva. E bisogna essere chiari: dopo le ultime sentenze della Consulta e della Cassazione, l’adozione in casi particolari immette pienamente il bambino nella rete di parentela del genitore adottivo, assicurandogli quindi nonni, zii, cugini e pieni diritti patrimoniali, e non richiede nemmeno il consenso obbligatorio del genitore biologico. Stiamo parlando della stepchild adoption, che qualche anno fa veniva richiesta a gran voce. Perché adesso non va bene più? Non è una procedura discriminatoria“.
Peccato che proprio Eugenia Roccella abbia tuonato contro la stepchild adoption per anni, fino a 12 mesi fa. “È sicuramente un disagio e un dispiacere per l’adulto, ma non credo che i bambini si accorgeranno del cambiamento che probabilmente durerà pochi mesi. E nel frattempo nessuno escluderà la persona che hanno conosciuto come genitore dall’accompagnamento a scuola e dalle normali attività del bambino“.
Parole che fanno a pugni con la realtà, con il quotidiano, con intere famiglie costrette a dover attendere anni, con annessi assistenti sociali, prima di riuscire a completare l’iter.
Roccella si è infine chiesta se “vogliamo mantenere un impianto fondato sulla filiazione naturale o vogliamo arrivare alla filiazione per contratto. Se consideriamo il figlio una persona autonoma, frutto di una relazione, o un diritto dell’adulto ottenuto attraverso un contratto”. “Dobbiamo decidere se l’ambientalismo che tutti invocano vale solo per piante e animali o possa esistere anche “un’ecologia umana”, tante volte richiamata da papa Francesco“.
Famiglie Arcobaleno, da 18 anni in prima linea nella lotta per i diritti dei figli e delle figlie di genitori LGBTQIA+, ha reagito con forza all’attacco in essere, definendo quanto avvenuto a Padova “un fatto gravissimo. È la prima volta che tutti i certificati di una città vengono impugnati a distanza di tanti anni dalla loro formazione e che questo accada a seguito delle pressioni sui sindaci di un ministero e di un governo, è un fatto che dovrebbe far riflettere chiunque sulla tenuta della nostra democrazia. Questo stato si mostra pronto e solerte a chiedere di cancellare un genitore, anche a distanza di anni, dagli atti di nascita di 33 minori con due madri, ma la stessa prontezza e solerzia non la mostra nel cercare di colmare il vuoto normativo e di tutela – definito “indifferibile” dalla Corte Costituzionale già nel 2021 – che rende di fatto i nostri figli e le nostre figlie orfan* di stato“.
“Le nostre famiglie a Padova sono state travolte da un vero e proprio tsunami: bambine e bambini rischiano di vedere cancellate le proprie madri, i propri fratelli e sorelle, che non verranno più considerati tali diventando estranei davanti allo Stato italiano“, hanno tuonato dall’associazione guidata da Alessia Crocini, annunciando supporto legale per tute le famiglie coinvolte.
© Riproduzione Riservata“Il Governo Meloni sta mostrando il suo lato più feroce contro i nostri figli e figlie e davanti a questa ferocia e questa furia ideologica SENZA PRECEDENTI per il numero di minori coinvolt* e per le modalità e le ragioni politiche con cui vengono colpit*, Famiglie Arcobaleno ha deciso di supportare queste famiglie, di stare al loro fianco, di sostenerle e garantirle. Lo farà con il supporto legale e la specifica esperienza professionale degli avvocati e delle avvocate del Gruppo Legale dell’Associazione e sostenendo le spese vive necessarie per la costituzione in giudizio, perché noi tutt* riteniamo sacrosanto difendere anche davanti ai Tribunali la legittimità di questi atti di nascita opposti che altro non fanno che riconoscere e rappresentare l’identità familiare di questi bambini e bambine. Non ci fermeremo, non ci fermerete!”.