ROMA. Trovato senza vita il corpo privo di abiti dello scrittore ungherese Gergely Homonnay. Il 52enne attivista, dichiaratamente gay, era ancora in vita alle 12 dello scorso 1 gennaio, quando è stato avvertito il 112 dai gestori del locale in cui la notte precedente era entrato Homonnay.
Sul posto sia carabinieri della compagnia di piazza Dante che i medici del pronto soccorso, i quali hanno provato a rianimarlo senza alcun risultato. Il decesso è avvenuto alle 13,17.
Ancora incerte le cause della morte, si indaga a 360gradi, anche se lunedì mattina il pm Luca Guerzoni ha aperto un fascicolo per “morte come ipotesi di altro reato“. La salma è stata trasferita all’istituto di Medicina legale del policlinico di Tor Vergata, dove sarà eseguita l’autopsia.
Insieme al corpo di Gergely Homonnay è stata rinvenuta una bustina contenente della polvere bianca e delle fialette. Si suppone sia cocaina e di ghb, la sostanza definita come ‘droga dello stupro’. Chi conosce lo scrittore dice che della prima faceva largo uso, mentre si suppone che la seconda sia stata somministrata allo scrittore da un uomo ancora non riconosciuto con cui era entrato nel noto locale romano all’alba del 1 gennaio 2022.
Il locale in questione è un frequentatissimo club romano in via Pontremoli, a pochi passi da piazzale Appio, in zona San Giovanni in Laterano. Il club è noto soprattutto nella comunità lgbtq+ romana; lo scrittore è stato rinvenuto, completamente nudo, nei bagni vicino le saune.
“Aveva molto paura che gli potessero fare del male“, ad aggiungere ulteriore mistero alla storie è l’amica e teologa Rita Perintfalvi.
“Mi si spezza il cuore, non capisco e non ci posso credere”, ha scritto Perintfalvi sui social, “Gergely Homonnay è morto. Ho trascorso 4-5 giorni prima di Natale con lui ed Erzsi (un’amica) a Roma, abbiamo intrecciato molti progetti comuni. Gergely era felice e innamorato, ma aveva molta paura che gli potessero fare del male”.
Gergely Homonnay è noto soprattutto per essere un attivista per i diritti lgbtqia+, in particolare nel suo paese d’origine, l’Ungheria.
Lo scrittore era in polemica con il governo di Viktor Orban di cui era un convinto oppositore. Nelle scorse settimane sui propri social aveva criticato Katalin Novak, la ministra della Famiglia candidata da Orban alla presidenza della Repubblica nell’elezione in programma a fine gennaio. Il 2 dicembre era stato condannato in patria per diffamazione proprio per aver definito “un orribile verme nazista” la 44enne, astro nascente del partito conservatore Fidesz.
L’ultimo messaggio di Gergely Homonnay arriva proprio la notte di capodanno sul suo canale Instagram (@homonnay), poche ore prima della morte. Un semplice messaggio di auguri per il nuovo anno, con il suo gattino che tanto amava.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Intanto non è droga dello stupro... Il GBH o il GBL sono Chemsex, che col Viagra soprattutto causano infarto...