Roma Pride e Regione Lazio, il retroscena della revoca e l’ombra degli integralisti cattolici

"Non ho mai avuto contatti diretti con il Presidente Rocca" racconta a Gay.it Colamarino del Coordinamento Pride. Storia di una inadeguata e pericolosa gestione delle istituzioni.

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roma pride 2023 regione lazio mario colamarino francesco rocca
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Anche quest’anno, come ogni anni, il Coordinamento Roma Pride, che si svolgerà sabato prossimo 10 Giugno (qui tutte le info), aveva inviato una pec di richiesta alla Regione Lazio, chiedendo il patrocinio per la parata dell’orgoglio LGBTQIA+ nella capitale. Fino all’anno scorso, la Regione Lazio era a guida centro-sinistra, con la giunta Zingaretti (PD). Ma alle elezioni dello scorso Febbraio la destra di matrice meloniana è tornata in sella con la giunta guidata da Francesco Rocca.

Ed era stato proprio il capo di gabinetto del Presidente Rocca a inviare la pec con la quale la Regione Lazio aveva inizialmente concesso il patrocinio al Roma Pride.

Avevamo ricevuto il patrocinio della Regione già da qualche giorno, prima del ponte del 2 Giugno, ma soltanto ieri l’abbiamo annunciato, con un certo orgoglio, perché eravamo ben felici che la Regione, in quanto istituzione di tutte e tutti, avesse dato il proprio sigillo al Roma Pride” racconta a caldo a Gay.it Mario Colamarino, presidente del Mieli e del Coordinamento Roma Pride.

Dopo che abbiamo condiviso con tutta l’enfasi possibile il nostro documento politico, abbiamo notato che sui social quelli di Pro Vita (movimento anti-abortista e anti-LGBTQIA+ di matrice ultra-cattolica ndr) inveivano contro quel patrocinio concesso dalla Regione Lazio e sottolineavano la presenza nel nostro documento politico di quello che loro chiamano utero in affitto” ci spiega Colamarino “e dopo qualche ora arriva un’altra pec dal capo-gabinetto della Regione Lazio che revoca il patrocinio“.

Sebbene non sia ufficiale che la Presidenza Rocca si sia fatta dettare la scelta politica di revocare il patrocinio da Pro Vita, le tempistiche e le modalità di concessione e successiva revoca raccontate a Gay.it da Colamarino lasciano facilmente intuire l’incapacità della classe dirigente della destra di governo (in Lazio e in Parlamento) a resistere agli assalti della lobby-catto-reazionaria.

La sensazione è che tutto sia stato trattato con superficialità” sottolinea Colamarino “come se non avessero valutato il nostro documento politico prima di dare il patrocinio, e poi si siano spaventati quando qualcuno al posto loro, quelli di Pro Vita, ne hanno evidenziato alcuni passaggi e rivendicazioni forti“.

Nel documento politico c’è un passaggio che ha innervato le ire funeste dei fanatici cattolici che fanno lobbying sul parlamento e che stanno prendendo possesso della guida valoriale della destra di governo. Una destra di governo così priva di visione del mondo e incapacità di leggere il contemporaneo, da farsi svuotare e guidare dal fondamentalismo reazionario cattolico. Nel documento politico del Roma Pride, a proposito di famiglie arcobaleno e genitorialità, c’è questo passaggio:

Vogliamo una riforma del diritto di famiglia che preveda matrimonio egualitario, riconoscimento dellə figliə alla nascita da parte di entrambi i genitori e la trascrizione degli atti di nascita formati all’estero. Vogliamo il riconoscimento del certificato europeo di filiazione, perché la libertà di circolazione dellə nostrə figliə e delle nostre famiglie non può essere compressa da un governo illiberale e reazionario.

Vogliamo gli stessi diritti che sono riservati alle coppie cis-etero in termini di accesso alle adozioni e alla procreazione medicalmente assistita, mettendo fine a un’assurda discriminazione.

Vogliamo una legge che introduca e disciplini anche in Italia una gestazione per altri (GPA) etica e solidale, che si basi sul pieno rispetto di tutte le persone coinvolte, sulla scorta delle più avanzate esperienze internazionali e in un’ottica di piena e autentica autodeterminazione.

Vogliamo che siano garantiti gli stessi diritti e le stesse tutele (giuridiche, assistenziali, socio-sanitarie, burocratiche, amministrative ecc.) di cui godono le famiglie cis-etero, a tutti i tipi di famiglia, a prescindere dalla loro specifica formazione. 

Nelle ultime ore la scomposta e imbarazzata propaganda della destra romana (Rocca si è detto pronto a ridare il patrocinio se il Roma Pride chiederà scusa) ha cercato di insinuare che il Coordinamento del Roma Pride abbia in qualche modo teso una trappola alla Regione. Su questo punto, Colamarino ribadisce l’estraneità a qualsiasi misunderstanding. Si tratta di una sostanziale e plateale incapacità del team di Rocca.

Non ho mai avuto contatti diretti con il Presidente Rocca, né con il suo team, il nostro Documento Politico è pubblico ed era una loro responsabilità leggerlo, prima di concedere il patrocinio, per poi ritirarlo perché sono impavidi e si fanno dettare l’agenda da Pro Vita” puntualizza Colamarino.

L’inspiegabile retromarcia della presidenza Rocca è una farsa patetica, una grottesca commedia all’italiana nella quale si mescolano incompetenza, rattoppi arrangiati e un sostanziale atteggiamento codardo. Un’impavida retromarcia giocata sulla pelle della popolazione LGBTQIA+ italiana che – nonostante i tantissimi Pride di tutta Italia – guarda legittimamente alla capitale come al più politico e simbolico dei Pride.

Il risultato? Una folgorante pubblicità motivazionale al Roma Pride di sabato 10 Giugno, che dopo la patetica e codarda revoca del patrocinio della Regione Lazio, sarà ancora più affollato e partecipato. Ma non c’è da essere entusiasti. Saremo tante e tanti a sfilare a Roma, come nelle altre città italiane, ma è ormai chiaro che la lobby ultra-cattolica si sta impossessando dell’agenda valoriale della destra di governo italiana, in un inquietante parallelo con la destra repubblicana USA.

 

Leggi qui tutto il Documento Politico integrale del Roma Pride 2023 >

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