Siamo un Paese straordinario. Premessa fondamentale per chiudere una volta per tutte la pagina “Festival di Sanremo 2021”, vinto sabato dai Maneskin. Dopo le bordate di Mario Adinolfi, Simone Pillon e del vescovo di Ventimiglia sono infatti arrivate anche le critiche da parte dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, unico ente in materia riconosciuto ufficialmente dal Vaticano.
“Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile”, scrivono gli esorcisti. “Esibizioni che hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo”.
A detta gli esorcisti d’Italia si sarebbe trattato di “una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del ‘godimento’, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un ‘finto sentimento religioso’, si mischia il demoniaco”. “Il tutto con travestimenti dissacranti, scimmiottando contenuti, tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo”. “Una modalità che non fa mistero del suo obbiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla”.
Per l’Aie, è “una modalità meschina, cinica, e crudele di strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in denaro. Il tutto su un palcoscenico nazional popolare, attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse dei cittadini e tra questi non pochi credenti. Non è libertà di opinione, quella che ferisce la coscienza altrui, fatta con meditata consapevolezza ed efferata determinazione”.
Chiaro il riferimento ai quadri realizzati da Achille Lauro, a giudicare dalle isteriche reazioni suscitate tornato a casa da vero trionfatore.
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