È il bimbo di due mamme, ma a Torino il comune vuole scrivere che è nato dal rapporto tra una delle donne e un uomo.
Esiste un problema con l’anagrafe di Torino? La città piemontese, già indicata come modello di buone pratiche sui diritti della comunità LGBT, sembra diventare estremamente rigida e tutt’altro che inclusiva quando si arriva agli uffici dello Stato Civile.
L’ultimo episodio in ordine di tempo coinvolge le due mamme di Niccolò, concepito con fecondazione eterologa in Danimarca. Una delle due, Chiara Foglietta, è consigliera comunale proprio per la città di Torino.
Foglietta racconta su Facebook di aver avvisato per tempo l’amministrazione comunale del figlio in arrivo, sperando che potessero preparasi ad affrontare le questioni burocratiche e invece così non è stato.
“Niccolò Pietro è venuto al mondo per volere mio e di Micaela. È figlio nostro. Ma per poterlo registrare all’anagrafe devo dichiarare il falso – denuncia la consigliera comunale – C’è un vuoto legislativo perché le formule utilizzate dall’anagrafe fanno riferimento al decreto ministeriale del 2002 e non prevedono che una donna possa ricorrere alla PMA”.
Alla donna infatti è stato chiesto di dichiarare che il bambino fosse frutto di un rapporto sessuale con un uomo, poiché le formule per la registrazione dei bambini negli uffici pubblici prevedono che al massimo si possa menzionare un padre ignoto e non il concepimento medicalmente assistito. Insomma un’umiliazione, oltre che un reato.
“Ancora una volta la realtà deve adattarsi alla burocrazia e non il contrario – scrive Foglietta – portando chi come me oltretutto ricopre una carica pubblica a dichiarare il falso davanti alla legge”.
“Si poteva fare qualcosa? Io penso di sì. Tanti sindaci l’hanno fatto in questi anni di fronte a matrimoni registrati all’estero, di fronte a figli di coppie omogenitoriali. Sono stati proprio sindaci coraggiosi ad aprire varchi nella legge. Sono stati amministratori aperti e lungimiranti a metterci la faccia, a prendersi la responsabilità di scardinare il sistema”.
Non è il primo caso infatti in cui una famiglia arcobaleno trova l’opposizione dei funzionari alla registrazione dei propri bambini, come accaduto al figlio avuto tramite Gpa da due uomini.
Al tempo dalla giunta della sindaca Chiara Appendino si affrettarono a precisare che “Le indicazioni date agli uffici erano di eseguire la trascrizione senza indugio. È una questione tecnica che affronteremo e risolveremo”. Al momento però non sembra cambiato nulla.
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