Emmerson Dambudzo Mnangagwa è stato eletto Presidente dello Zimbabwe il 24 novembre scorso dopo 37 anni di governo Robert Mugabe.
Intervistato dalla CNN a Davos, dove si sta tenendo l’annuale World Economic Forum, Mnangagwa ha affrontato anche il tema dei diritti LGBT, negando qualsiasi possibile apertura.
‘Nella nostra Costituzione l’omosessualità è vietata, ed è mio dovere obbedire alla Costituzione’.
Una porta sbattuta in faccia a chi sperava che dopo la conclamata omofobia del precedente presidente qualcosa potesse cambiare. Mugabe aveva più volto definito gli omosessuali come ‘essere schifosi’, affermando che ‘mai, mai e poi mai’ avrebbe decriminalizzato le relazioni omosex. L’attività sessuale omosessuale maschile è illegale nel Paese dal lontano 1891.
Edwin Sesange, difensore dei diritti LGBTI africani, ha così replicato alle parole di Mnangagwa: “È tempo che il presidente dimostri allo Zimbabwe e al mondo intero che è diverso dal dispotico Mugabe, promettendo di proteggere tutte le persone indipendentemente dalla loro sessualità e genere. Le leggi che vietano le relazioni omosessuali sono i postumi di una sbornia coloniale che andrebbero abolite dai Paesi indipendenti. Il presidente Mnangwa dovrebbe difendere il diritto alla non discriminazione, come previsto nella costituzione dello Zimbabwe“. I gay del Paese rischiano fino ad un anno di carcere.
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