Esattamente 10 anni fa un giovanissimo Xavier Dolan, all’epoca appena 25enne, sbalordiva il Festival di Cannes grazie a Mommy, suo 5° lungometraggio, il primo in concorso sulla Croisette due anni dopo aver presentato Tom à la ferme a Venezia. E fu trionfo. Roboante, clamoroso, abbagliante, praticamente unanime e meritato.
Mommy vinse il Premio della giuria ex-aequo con Adieu au langage – Addio al linguaggio di Jean Luc Godard (Svizzera), catapultando il regista canadese nell’Olimpo dei più grandi, stella nascende di una cinematografia sempre più estasiata dalla sua scrittura e dalla sua regia. Girato nei sobborghi di Montréal, soprattutto a Longueuil, e ancora una volta dedicato alla figura materna, Mommy mantiene a lungo un’inquadratura quadrata (1:1), claustrofobica, per poi allargarsi fino a 1,85:1 in un’iconica scena di pura euforia da parte del suo protagonista, che letteralmente amplia lo schermo con le mani, a voler scardinare quell’opprimente sensazione di perenne disagio.
In Mommy Diane è una 46enne single, che vuole godersi la vita. Steve, suo figlio, è affetto da un disturbo che lo vede preda di attacchi di violenza improvvisa, e per questo vive in un istituto. Dopo l’ennesimo incidente Steve deve lasciare l’istituto e andare a vivere con la madre. Appena insieme i due iniziano subito a fare scintille. Tra loro, si inserisce la nuova vicina di casa, Kyla, ex insegnante. I tre cercano insieme di recuperare un nuovo equilibrio…
Sui social Dolan, che lo scorso anno ha polemicamente annunciato il suo addio alla regia, ha voluto celebrare quella premiere a Cannes, quel Festival che lo vide finire sulla bocca di tutti. “10 anni fa oggi, eravamo proprio qui, a camminare sul tappeto rosso a Cannes per presentare Mommy. Ha cambiato la mia vita per sempre“, ha scritto Xavier, attualmente di nuovo alla Croisette come presidente di giuria della sezione Un Certain Regard. “Un decennio dopo pubblichiamo A Friendship Through Film, una raccolta di centinaia di fotografie inedite scattate dalla mia amica e collega di lunga data Shayne Laverdière durante la produzione del film e al suo debutto al festival. Questo libro di 480 pagine, che ho iniziato a costruire durante le ore solitarie e isolate della pandemia, mi ha riportato al distinto senso di collettività, alle risate infinite e alle allegre e indimenticabili emozioni che hanno definito questa esperienza di trasformazione“.
Dopo Mommy Dolan ha girato È solo la fine del mondo, con cui sbancò nuovamente Cannes con un Grand Prix Speciale della Giuria, per poi inciampare pesantemente con il dolorosamente imperfetto La mia vita con John F. Donovan, sua prima e ultima esperienza hollywoodiana, straziata da un montaggio infinito segnato da tagli infiniti. L’ultimo suo film è stato Matthias & Maxime, nel 2019 presentato ancora una volta a Cannes nell’indifferenza più o meno generale, mentre nel 2022 ha girato la serie La nuit où Laurier Gaudreault s’est réveillé, in Italia clamorosamente ancora inedita.
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