Scott Evans, parla il fratello di Chris: “Quando mia madre mi ha partorito ha detto “ne ho fatto uno gay””

"Conosco molti attori che non sono ancora dichiarati e conosco molte persone a cui non piace parlarne, perché influisce sul tuo lavoro. La gente dice che ora va meglio. Ma non è così. Siamo progrediti, ma non è tanto meglio rispetto a prima".

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Scott Evans, parla il fratello di Chris: "Quando mia madre mi ha partorito ha detto "ne ho fatto uno gay"" - Scott Evans - Gay.it
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39enne attore americano, conosciuto principalmente per il ruolo del poliziotto omosessuale Oliver Fish nella soap opera Una vita da vivere, Scott Evans è il fratello minore di Chris Evans, mitico Captain America Marvel. Gay dichiarato, Scott, visto anche in Grace e Frankie, sarà presto in Barbie di Greta Gerwig, in cui indosserà gli abiti di uno dei mille Ken della pellicola.

Intervistato da Jujubee per Attitude, Evans ha parlato di accettazione, orgoglio e omofobia.

“Ho fatto coming out per la prima volta con mia sorella maggiore. E poi mia madre, e poi la mia sorellina, e poi mio fratello. Tutto nel corso di un anno. Sono stato molto fortunato a non avere alcun tipo di dramma o shock. Era una specie di “Perché hai aspettato così tanto?”. Sembra molto più difficile di quanto in realtà sia, per cui mi sento molto fortunato. Mia madre dice che quando ha partorito, mi ha guardato e ha detto: “Oh, sì, ne ho fatto uno gay””. “Crescendo in Massachusetts, sono stato anche molto fortunato. I bambini avrebbero potuto dire “Oh, è così gay”.

Evans ha confessato di aver tenuto un diario per molto tempo. “Quando avevo 17 anni, uscivo con questa ragazza di 21 anni. E nei miei diari scrivevo cose del tipo: “Amo questa ragazza, sposerò questa ragazza, non vedo l’ora di avere una famiglia”. E poi la frase successiva, dicevo: “Oh, ho limonato con Matt dietro il bancone”. Stavo facendo una mappa, in un certo senso volevo una moglie e dei figli. Pensavo che l’unico modo per avere dei figli fosse avere una moglie, ma ora non voglio avere niente a che fare con i bambini”.

Evans ha ricordato quanto e come sia stato preso in giro, da adolescente, perché danzava e faceva teatro.

“Tutti i miei amici erano, tipo, degli atleti, quindi quando si trattava di dover scegliere tra fare uno spettacolo o praticare uno sport, a volte sceglievo lo sport perché mi sembrava di doverlo fare. È stato traumatizzante. Mia madre diceva: “Se vuoi fare lo spettacolo, fai lo spettacolo”. Ma io ero tipo “No, no, voglio praticare questo sport”. Quelli erano i primi giorni in cui non mi sentivo in grado di scegliere ciò che volevo essere”.

Con il tempo Evans ha subito omofobia da parte di perfetti sconosciuti, in strada, solo e soltanto perché stava insieme ad un altro ragazzo. “Una volta ero al primo appuntamento con un ragazzo e stavamo camminando per strada. Non credo che fossimo eccessivamente vicini. Ma alcuni ragazzi ci sono passati accanto e uno di loro ha urlato: “Com’è succhiare il cazzo?”. E io gli ho risposto, “Forse dovresti chiederti perché ti incuriosisce tanto”. E questi ragazzi si sono avvicinati, faccia a faccia e ho iniziato a urlare contro di loro. Si sono tirati indietro perché non si aspettavano che io, tipo, urlassi contro di loro, e se ne sono andati. Ho pensato che il ragazzo con cui ero uscito avrebbe detto “Oh mio Dio, è stato così eccitante” o “Grazie per aver reagito”. Invece, ha detto: “Non posso credere che tu l’abbia appena fatto”. È tornato a casa e non l’ho più visto. Io ero tipo, “Mi stai prendendo in giro?”. Non lo so, non sono uno che si tira indietro”. “Di solito gli omofobi non si aspettano che i gay reagiscano”.

Scott Evans non ha mai fatto coming out, perché fu proprio suo fratello Chris, per sbaglio, a fare outing nei suoi confronti.

“Ricordo di aver letto quell’articolo, era il 2009 o qualcosa del genere, avevo tipo 26 anni ed ero dichiarato da un po’. Mio fratello mi chiamò quando vide il titolo dell’articolo e mi disse: “Ehi, mi dispiace tanto”. In quel momento avevo recitato in una soap opera. Tutti mi chiedevano sempre: “Quando hai deciso che volevi essere un attore dichiarato?”. E io: “Non mi è mai nemmeno passato per la testa!”. Conosco molte persone nel settore che sono ancora chiuse e conosco molte persone a cui non piace parlarne, perché influisce sul tuo lavoro. La gente dice che ora va meglio. Ma non è così. Siamo progrediti, ma non è tanto meglio rispetto a prima. Però mi importava di più della mia salute mentale e del mio benessere personale. Tutti quelli che mi conoscevano, lo sapevano. Non ho nulla da nascondere. Se mi hai incontrato di persona, lo sai. Sono sempre stato dichiarato, quindi non credo che saprò mai veramente se questo ha influito sulla mia carriera. Stanno finalmente lasciando che le persone gay interpretino i ruoli gay, ma ora è come se fosse tutto ciò che possiamo interpretare. Si chiama recitazione per un motivo. E poi tutti i ruoli gay che stanno vincendo gli Oscar vanno comunque a uomini etero. Penso che l’industria stessa abbia ancora molta strada da fare. Pensano che ciò per cui stiamo combattendo sia che dovremmo interpretare i nostri ruoli, ma non è questo, è che dovremmo essere in grado di raccontare le nostre storie. Quindi, invece di scrivere solo uno spettacolo su cinque migliori amici e rendere uno di loro gay, che ne dici di scegliere qualcuno in un ruolo in cui non deve essere per forza di cosa essere il presentatore gay sfacciato, l’assistente gay divertente o la persona gay che lavora in una boutique? È la stessa cosa anche con la policy sulla diversity. Lo vedo nei casting. Non vogliono scegliere un ragazzo nero perché vogliono raccontare la sua storia come uomo nero, ma vogliono solo che le persone vedano che hanno scelto un uomo nero”.

Al fianco e in difesa di Scott, da sempre, c’è proprio Chris Evans, fratello maggiore che non lo ha mai abbandonato. “È pazzesco. È una relazione così unica. Siamo stati i primi amici l’uno dell’altro quando eravamo bambini. Non c’è mai stato un momento in cui non sembrava che non fosse il mio migliore amico. E lo è ancora. E abbiamo un legame davvero, davvero, incredibilmente unico, che adoro. Penso che il rapporto tra fratelli possa essere davvero unico. Sembra un migliore amico, ma lo ami perché è la tua famiglia. Andavo da lui con tutti i miei problemi. E ora ricevo chiamate da lui con i suoi problemi. E lo amo. E io mi dico, “Vuoi un consiglio? Ma sei Captain America!”.

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