Pierre Deladonchamps, la rivelazione di Guiraudie si mette a nudo

Intervista esclusiva all'attore francese che interpreta Franck nel notevole thriller gay "Lo sconosciuto del lago": «Una performance per dare l'illusione di naturalezza, tecnica ma anche emotiva».

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Ci ha conquistato col suo sperdimento amoroso per il diabolico Michel, col suo fisico tonico da nuotatore provetto, col suo sguardo malinconico e corrucciato da tenero cucciolo bisognoso d’affetto. Si chiama Pierre Deladonchamps ed è la rivelazione del notevole thriller gay Lo sconosciuto del lago, palpitante manuale illustrato del desiderio firmato da Alain Guiraudie che ha ottenuto un’ottima media per sala di quasi 4000 euro nel weekend d’esordio in Italia. Attore francese nato a Nancy trentacinque anni fa, solida formazione teatrale consigliatagli dalla mamma maestra, seguita da qualche ruolo in tv dove però non “sfonda”, Pierre fa invece il botto al cinema con questo suo primo ruolo da protagonista in cui incarna in maniera eccellente il verduriere Franck che s’innamora fatalmente dell’adone killer Michel nel boschetto nei pressi di un lago provenzale dove si pratica cruising. Un ruolo impegnativo e totalizzante, senza filtri, in cui si mostra spesso completamente nudo e in ardite scene di sesso (ma l’impegno genitale è affidato a controfigure). Una scelta vincente, che ha conquistato pubblico e critica, a partire dal successo a Cannes dove, come già saprete, ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard e la Queer Palm come miglior film lgbt, per arrivare in venti Paesi di tutto il mondo dove Lo sconosciuto del lago è stato, o sarà, distribuito. Lo abbiamo intervistato via FaceTime: placidamente sdraiato sul letto di casa sua a Parigi, Pierre ci ha parlato di sé e dello splendido ruolo di Franck.

Raccontaci come si è svolto il casting de Lo sconosciuto del lago
Ho incontrato prima il direttore del casting, il quale ci ha spiegato che bisognava accettare una storia radicale ed essere disponibili a mettersi nudi. Ci ha dato da leggere la sceneggiatura e di tornare nel caso fossimo stati interessati. Non conoscevo Alain Guiraudie, mi ha subito affiancato a Christophe Paou per vedere se insieme funzionavamo: ho fatto alcune prove direttamente con lui. Così ha messo insieme il casting. Alain mi ha scelto fra un’ottantina di aspiranti.

Che cosa ti ha attratto del ruolo di Franck?
È un personaggio colmo di paradossi, misterioso, non si sa che cosa passa nella sua testa. È un ragazzo alla ricerca di sesso ma anche di amore, ha un colpo di fulmine e i sentimenti si mescolano all’eccitazione.

Come avete girato? C’è stato spazio per l’improvvisazione?
La sceneggiatura era scritta nel dettaglio, abbiamo ripetuto e coreografato ogni singola scena che spesso è stata ripetuta.

È stato imbarazzante girare le scene di nudo e, a maggior ragione, quelle di sesso?
Mi hanno imbarazzato ma il naturismo non mi dà fastidio quando è giustificato dall’azione. Per le scene esplicite sono state usate delle controfigure.

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Ma per un ruolo che richiede così tanto coinvolgimento fisico, hai utilizzato più tecnica o più emozione?
Direi entrambe, ho fatto un lavoro sul personaggio per ottenere una performance tale da dare l’illusione di naturalezza.

Come hanno reagito i tuoi parenti e amici vedendoti sul grande schermo?
I miei genitori sono rimasti un po’ choccati ma sono fieri di quello che faccio. I miei amici hanno visto me per i primi cinque minuti, poi si sono lasciati prendere dall’intrigo del film e ai loro occhi sono scomparso per lasciare spazio al mio personaggio.

Che rapporto si è creato con Christophe Paou che interpreta il ruolo di Michel?
Ci siamo subito intesi professionalmente, mi concentravo soprattutto su come dovevamo funzionare insieme. Comunque è stato più semplice di quello che si può pensare. Sono due uomini curiosi l’uno dell’altro, si rispettano molto, rappresentano entrambi “lo sconosciuto”. Christophe è diventato mio amico.

Ci parli della scena esplicita di sesso tra Franck e Michel che è stata poi tagliata?
In realtà non è stata tagliata ma ne è stata utilizzata un’altra inquadratura. Ricevo addosso un copioso getto di sperma finto.

E con Patrick D’Assumçao, il confidente solitario Henri che s’innamora di Franck, com’è andata?
Le scene dialogate con lui sono le mie preferite, sono molto profonde e descrivono benissimo l’essere umano. Patrick ha il mio stesso modo di approcciare, adesso annovero anche lui tra i miei amici.

Ma il cosiddetto “ambiente gay” lo conoscevi già?
Ho amici sia etero che gay, non faccio differenza. Non mi piace la curiosità relativa alle scelte sessuali. Dei giudizi di valore me ne frego, sono un attore, il mio lavoro è un’opera artistica.

Ci sveli l’altro finale de Lo sconosciuto del lago che avete girato?
Franck e Michel si ritrovano, si abbracciano e se ne vanno insieme nel buio.

E se ci fosse un seguito del film, ti piacerebbe interpretarlo?
Tutto dipende dalla sceneggiatura ma non credo che ‘Lo sconosciuto del lago’ abbia bisogno di un sequel. Poi, si sa, di solito i sequel sono meno belli dell’originale.

Progetti all’orizzonte?
Due film, uno internazionale e uno francese all’inizio del 2014. Ma non posso dire di più.

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