Nicaragua: ancora criminalizzata l’identità gay

Amnesty International denuncia la situazione dell’unico paese dell’America Latina nel quale, col fermo supporto dei Vescovi, l’omosessualità è ancora considerata reato.

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MANAGUA – Sentiamo spesso affermare che la Chiesa Cattolica non interferisce nella vita politica degli Stati e che, pur ribadendo la propria condanna morale verso l’omosessualità, si oppone a ogni tipo di discriminazione o persecuzione verso le persone omosessuali in quanto tali. Le azioni della Conferenza Episcopale Nicaraguese sembrano dimostrare esattamente il contrario, visto che in una lettera inviata ai deputati dell’Assemblea Nazionale di quel paese il 25 marzo scorso, ha chiesto che nel nuovo Codice Penale attualmente in preparazione «si mantenga l’articolo 204 vigente che si riferisce alla sodomia.» Nel primo comma di questo articolo del Codice penale si stabilisce che «Commette reato di sodomia chiunque induca, promuova, propagandi o pratichi in modo vergognoso atti sessuali con persone dello stesso sesso. Verrà punito con la reclusione da 1 a 3 anni di prigione». I Vescovi del Nicaragua pertanto sostengono questa politica di criminalizzazione dell’identità omosessuale (che naturalmente trova espressione anche in ambito sessuale) ritenendola uno dei modi legittimi per combattere il progressivo raggiungimento di pari diritti civili che la comunità GLBT (gay, lesbica, bisessuale e transessuale) va ottenendo nelle democrazie avanzate. Gli esponenti della Conferenza Episcopale Nicaraguese scrivono infatti di aver «constatato una campagna internazionale diretta a dare legittimazione alle relazioni omosessuali, incluso la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Per questa ragione, è indispensabile che Voi proteggiate la famiglia composta da padre, madre e figli, nucleo fondamentale della società nicaraguese».
Amnesty International punta l’attenzione sul fatto che, per quanto a sua conoscenza nessuno sarebbe stato processato in applicazione dell’art. 204 del codice penale nicaraguese, esiste la concreta possibilità che di questo crimine siano accusati non solo gay, lesbiche e bisessuali che pratichino il sesso, ma anche chiunque svolga attività di supporto in favore dei diritti delle persone LGBT o fornisca informazioni e servizi relativi alla salute sessuale; ciò a causa dell’ambigua formulazione della norma. L’Avvocato Antonio Rotelli, responsabile leggi di Arcigay, spiega che «l’art. 204 del codice penale viola molti trattati internazionali sottoscritti dal Nicaragua, in particolare il Trattato Internazionale dei Diritti civili e Politici (firmato dai paesi membri dell’ONU nel 1966 e in vigore dal 1976), che il Nicaragua ha sottoscritto nel 1980 senza riserve. Il Trattato protegge il diritto alla libertà di espressione (art. 19), alla libertà di non essere oggetto di ingerenza arbitraria o illegale nella vita privata (art. 17) e la libertà di coscienza (art. 18). Lo stesso Trattato afferma l’uguaglianza di tutte le persone di fronte alla legge e il diritto a non essere oggetto di discriminazioni (artt. 2 e 26).» L’avvocato Rotelli prosegue commentando che «Quanto richiesto dalla conferenza episcopale del Nicaragua al parlamento del paese è gravissimo. La Chiesa continua a praticare una politica di più pesi e più misure e dove può cerca in vari modi di trasformare la propria condanna morale degli atti omosessuali in una esplicita condanna penale. Non ha nessuna considerazione e nessun rispetto della dignità delle persone con diverso orientamento sessuale o identità di genere. Ignorando, dappertutto, l’evangelica separazione del potere statale da quello della chiesa.»
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Amnesty International e varie organizzazioni GLBT hanno lanciato una campagna a livello internazionale invitando tutti a intraprendere azioni di protesta e invii di lettere alle istituzioni nicaraguesi e alle ambasciate. Lettere possono essere inviate a Presidente della Repubblica Ing. Enrique Bolaños Séller, Casa Presidencial, Managua, Nicaragua (email: Presidente@presidencia.gob.ni) inviandone copia anche alla rappresentanza diplomatica del Nicaragua in Italia: Ambasciata e Consolato del Nicaragua a Roma, Via Brescia, 16 – 00198 ROMA Tel.: 06.8413471 / 06.8414693 Fax: 06.85304079
Intanto ai primi di novembre in Nicaragua si sono tenute le elezioni presidenziali, dalle quali è uscito vincitore il candidato sandinista Daniel Ortega. Una vittoria pessima per il movimento omosessuale di quel paese. Franco Grillini, deputato dei Ds e presidente onorario dell’Arcigay, sostiene che la vittoria di Ortega «ha il segno della restaurazione e della conservazione reazionaria. Non solo – dice Grillini – il vice è un esponente della contra, la guerriglia di destra appoggiata a suo tempo dagli Usa, ma in queste elezioni presidenziali l’ex leader sandinista ha avuto il sostegno della gerarchia cattolica, una delle più reazionarie del mondo. Il Nicaragua – conclude Grillini – è l’unico paese democratico dell’America Latina la cui legislazione punisce le relazioni omosessuali tra adulti consenzienti.» (Roberto Taddeucci)

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