Fiumi di soldi pubblici spesi in ostriche, champagne, feste che rievocano i lussuriosi banchetti dell’antica Roma con uomini vestiti da maiali che seducono vistose ragazze, un numero imprecisato di case e ville e adesso anche questa.
Riporta Mauro Favale su Repubblica che proprio al cancello di una di queste case delconsigliere Pdl del Lazio Enzo Fiorito, quella in via Margutta a Roma, ci sia un cartello: "Attenti al cane. Che è frocio".
Il cartello, spiega Favale è di quelli veri che si vedono regolarmente appesi ai cancelli delle ville o sui portoni delle case. L’aggiunta, invece, quell’orrendeo "Che è frocio", è scritta con il pennarello nero, non si sa da chi. Magari da un passante in vena di scherzi di pessimo gusto o da qualche amico del consigliere Fiorito o, chissà, da lui stesso.
Certo è che sebbene la casa sia frequentata, dati i avori di ristrutturazione in corso, nessuno ha provveduto a cancellare quelle parole che, tutt’ora, campeggiano sul cartello.
Una casa in pieno centro di Roma, a due passi da Piazza di Spagna, in quella Roma raccontata da Fellini ne "La Dolce Vita", grande ben 205 metri quadri, che Fiorito ha affitta a 4000 euro al mese dall’Ipad (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza), ente che dipende dalla Regione Lazio. Un affitto avvenuto con una procedura che altri consiglieri regionali hanno definito "decisamente singolare".