Il grande evento dell’Adunata degli Alpini a Rimini, che ha accolto più di 400mila persone presso la riviera romagnola, si è rivelato più spiacevole del previsto.
Durante i tre giorni che festeggiavano l’orgoglio alpino, si sono accumulate una valanga di molestie, ai danni di donne e persone trans. L’ha rivelato l’associazione Non Una di Meno Rimini – da anni impegnata contro la violenza di genere – che ha raccolto più di 150 segnalazioni durante l’adunata: fischi, palpate al sedere, battute su femminicidio e stupro, biglietti da visita con il numero della propria camera d’albergo, catcalling come se non ci fosse un domani, rivolte a bariste, cameriere, clienti, e ragazzə di ogni età da parte di 400.000 uomini, per la maggior parte ubriachi, all’insegna della misoginia e la transfobia più dilagante. “È stato surreale il livello di molestie che ho dovuto sopportare” scrive una barista a Non Una di Meno “Gente che allunga le mani, cerca di darti baci sulla guancia dopo averti tolto di forza la mascherina, continui apprezzamenti che passano dal “sei bella” a che intimo indossi, se lo indossi.” L’associazione riporta anche innumerevoli casi di commenti razzisti – a suon dell’evergreen “riportateli a casa loro” – come se questə cittadinə non fossero già a casa loro, in quanto residenti di Rimini: “Mi hanno detto che da extracomunitaria devo darmi da fare perché devo riscattarmi” riporta un’altra denuncia “Perché noi siamo già in basso e dobbiamo cercare modi per risalire“.
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“Molestie mascherate da goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale che vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e alla paura, al ricatto e alle minacce in caso di rifiuto” dichiara Non Una di Meno specificando come il boom economico e turistico post-Covid non può soprassedere sull’assoluta mancanza di tutela verso lə cittadinə, ancora in balia di paura e minacce, senza un briciolo di consenso.
Non migliora la situazione la risposta dell’Associazione Nazionale Alpini che in una nota scritta condanna questi episodi per poi specificare che se si concentrano in una sola località migliaia di persone è “quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione“. L’associazione si scrolla di dosso ogni colpa ribadendo che questi eventi non devono influenzare i messaggi di pace, solidarietà, e fratellanza dell’Adunata, ridicolizzando ancora una volta le accuse della parte marginalizzata in un tripudio di retorica vuota e priva di sostanza.
“Chiediamo agli organizzatori di questo evento di prendere provvedimenti. Chiediamo al sindaco e all’assesora alle pari opportunità di prendere parola e dare risposta a tutt* i/le cittadin* coinvolt* in questi tristi episodi.” scrive in un post su Facebook, Non una Di Meno, invitando ogni vittima di molestia a denunciare e condividere i soprusi subiti: “Quelle lunghe penne nere ve le spezziamo una a una. Se toccano un* toccano tutt*”.
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