In Afghanistan migliaia di persone LGBT temono per la propria vita, perché letteralmente cacciate dai talebani tornati al potere. Nei giorni scorsi 29 persone LGBT sono state accolte nel Regno Unito, con la comunità LGBT afgana che da settimane chiede aiuto. Liz Barker, baronessa nonché vicepresidente dell’All-Party Parliamentary Group on Global LGBT+ Rights, ha ribadito a GayTimes l’urgenza di un corridoio umanitario per salvare più vite possibili.
Sulla situazione afgana delle persone LGBT, Barker è stata netta: “Immagina il peggio a cui puoi pensare. Questo è ciò che devono affrontare. Vivono nella paura per la loro stessa vita. Hanno vissuto un periodo in cui le forze occidentali hanno mantenuto la pace, negli ultimi 20 anni i gay hanno costruito con calma e cautela una rete, una rete sociale, in Afghanistan. Chiaramente era discreta, ma le persone sono state in grado di formare relazioni sociali. E poi, bang, da un giorno all’altro, arriva questa forza che governa il paese con un’interpretazione spietata della legge della Sharia e questo significa che la punizione per essere LGBTQ+ sarà la lapidazione o un muro di mattoni a sotterrarti solo perché omosessuale. In un colpo solo, i gay non hanno più potuto vedere un futuro”.
In tal senso si sta muovendo GiveOut, organizzazione benefica il cui scopo è quello di raccogliere fondi per i difensori dei diritti umani LGBTQ+ in tutto il mondo. “Raccogliamo fondi e poi li diamo alle organizzazioni nostre partner”, ha spiegato Barker. “Abbiamo trovato un’organizzazione chiamata Rainbow Railroad. Rainbow Railroad è un’organizzazione canadese che fa uscire le persone LGBTQ+ da situazioni davvero difficili, come la Cecenia o l’Uganda. Li porta in salvo. Il motivo per cui noi, come ente di beneficenza britannico, abbiamo dovuto lavorare con un’organizzazione canadese è a causa della legge britannica sull’immigrazione. Dal 1971 è illegale per chiunque nel Regno Unito cercare di aiutare qualcuno al di fuori del Regno Unito a richiedere asilo nel Regno Unito. Una volta che le persone riescono a raggiungere il Regno Unito, è possibile offrire supporto ed è quello che fa un’altra organizzazione, Rainbow Migration. Negli Stati Uniti e in Canada la legge è diversa. Sono autorizzati a fare ciò che viene chiamato “reinsediamento”. Abbiamo collaborato con Rainbow Railroad, che ha lavorato con l’amministratore delegato di Stonewall Nancy Kelley, che ha esperienza nel lavoro dei rifugiati, e insieme hanno lavorato a stretto contatto con i politici e il governo britannico per chiarire che avremmo preso e reinsediato le persone LGBTQ+ dall’Afghanistan”.
GiveOut, in sostanza, ha primo raccolto i fondi necessari per poi mettere in contatto il governo inglese, Rainbow Railroad e Stonewall. Successivamente, in accordo con le forze britanniche ancora presenti in Afghanistan, è partito il primo volo da Kabul con le prime 29 persone LGBT tratte in salvo. In Afghanistan, come denunciato giorni fa, i talebani hanno “kill list” interamente dedicate agli omosessuali del Paese, da scovare e ammazzare.
“Spero che il governo britannico, il governo canadese, nordamericano e la stessa UE continuino non solo a far uscire le persone dall’Afghanistan, ma a capire che ci sono molte persone fuggite dall’Afghanistan e ora bloccate in luoghi vicini che sono molto ostili per le persone LGBTQ+“, ha proseguito Liz Barker. “Spero che tutti questi governi continuino ad avere un sistema di immigrazione per le persone LGBTQ+ in fuga dall’Afghanistan, che capiscano che moriranno se non riusciranno a fuggire, se non permettiamo loro un passaggio sicuro e rapido. L’attuale sistema di asilo non funziona per le persone LGBTQ+. Dover dimostrare a un funzionario delle forze di frontiera che sei gay non è una cosa facile da fare, con il sistema attuale. Rimandare le persone in Paesi in cui è illegale essere gay e dire loro di comportarsi come se fossero eterosessuali è altamente irresponsabile e mette le persone in pericolo. Nel Regno Unito siamo molto fortunati ad avere leggi che proteggono le persone LGBTQ+. Siamo uno dei pochi paradisi in tutto il mondo e dovremmo davvero fare di tutto per dare priorità ai rifugiati LGBT“.
Poche settimane fa abbiamo riportato 10 storie di omotransfobia talebana, dopo aver raccolto l’appello del professor Ahmad Qais Munhazim, che ha chiesto alla comunità LGBT tricolore di “salvare queste persone”. Perché la caccia agli omosessuali, in Afghanistan, prosegue nell’indifferenza generale.
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