Non indietreggia di un passo, il Ministro Alfano sulla questione delle trascrizioni dei matrimoni egualitari celebrati all’estero. Nel question time di questo pomeriggio alla Camera, all’interrogazione posta dall’onorevole Formisano che esponeva perplessità sul fatto che rientri nei poteri dei prefetti annullare le trascrizioni, Alfano ha risposto che “i prefetti sono tenuti per legge alla vigilanza sulla corretta tenuta dei registri di stato civile”.
Il ministro ha fatto riferimento al DPR 396/2000 per supportare questa posizione e insistere sul fatto che “l’intervento dei prefetti in questi casi è espressione del potere di vigilanza che a loro spetta per legge sulla tenuta del registro di stato civile”. Inoltre, per Alfano, i sindaci che trascrivono i matrimoni gay operano in qualità di “ufficiale dell’amministrazione statale, non come vertice dell’ente locale” e per questa ragione ci si può riferire alla legge che affida “compiti di soprintendenza ai prefetti”.
Insomma, non un passo indietro, mentre continuano le trascrizioni in tutta Italia.
Ieri infatti, il sindaco di Pordenone ha trascritto il primo matrimonio egualitario mentre oggi il sindaco di Pompei ha annunciato che è pronto a procedere anche nel suo comune.
“Alfano non ha il potere di cancellare la trascrizione di un atto di matrimonio – ha dichiarato Sergio Lo Giudice, senatore del PD, il cui matrimonio è stato trascritto a Bologna -. Non lo ha lui, non lo ha il prefetto, non lo ha nemmeno lo stesso sindaco che lo ha trascritto. Oggi il ministro ha fatto l’ennesima esternazione delle sue note posizioni politiche, ma ha dato delle informazioni infondate, minacciando quello che non è in sua competenza di attuare”. “Il prefetto – conclude Lo Giudice – si rivolga, se lo ritiene, a un pubblico ministero ma non pretenda di assumere le funzioni dell’autorità giudiziaria perché, con buona pace di Alfano, in questo paese vale ancora la divisione dei poteri”.
Ma durante il question time, un’altra interrogazione ha tirato in ballo Alfano. A presentarla, Nicola Fratoianni, (Sel) che ha chiesto al ministro se intendesse prendere provvedimenti contro i funzionari della Digod di Perugia che hanno redatto l’ormai tristemente noto verbale sul “concupiscente bacio” che due attivisti di Omphalos Arcigay si sono scambiati davanti alle Sentinelle in Piedi lo scorso marzo “disgustando” i presenti. Rispondendo a Fratoianni, Alfano ha precisato che l’accusa rivolta agli attivisti non si riferisce al bacio, ma non ha risposto nel merito, riferendo che la denuncia si basa sulle azioni attribuite ad “attivisti della sinistra antagonista e anarchica riconducibili ad un centro sociale locale”. Quel linguaggio, dunque, per il ministro non merita attenzioni. Quella di Alfano, secondo l’associazione perugina è una ricostruzione che “mistifica la realtà”. “Alfano ha definito Omphalos come un gruppo “antagonista” – risponde con una nota Emidio Albertini, Co-Presidente dell’associazione, dimostrando di non conoscere i 22 anni di storia della nostra associazione, fatta di collaborazioni istituzionali e di profondo radicamento nel tessuto sociale perugino e umbro”.