L’omosessualità in natura è una cosa affascinantissima. È un fenomeno da studiare per le tante, tantissime scoperte che ci regala e per i vari interrogativi a cui ci sottopone: gli animali gregari fanno sesso omosessuale per instaurare nuovi legami gerarchico-relazionali, o semplicemente per il gusto di accoppiarsi nei periodi di astinenza? È solo sesso carnale, oppure possono mantenere rapporti duraturi o familiari prolungati nel tempo? Due bonobi maschi possono allevare anche un cucciolo insieme? Queste e molte altre domande o riflessioni sorgono spontanee ogni volta che pensiamo ai rapporti gay in natura.
Ogni volta che si scopre l’omosessualità in una nuova specie, fioccano titoloni morbosi ossessionati dalle parole “accoppiamento”, “sesso” e dal concetto di “naturale”: “SESSO TRA DUE MEGATTERE MASCHIO”, “ANATRA GAY CORTEGGIA E COPULA CON IL PARTNER”, “NUOVA SCOPERTA DELL’UNIVERSITÀ X: LE ALBATRE DI LAYSAN ACCUDISCONO I PICCOLI IN COPPIA”. È come se spesso, oltre a focalizzarsi sull’aspetto scientifico, si volesse in qualche modo normalizzare la queerness nel mondo umano soltanto perché se n’è trovato nel regno animale un corrispettivo che la legittima.
Se due cigni maschi copulano e si scambiano tenerezze, allora va bene, puoi farlo anche tu! Ti diamo il permesso di abbracciare il tuo fidanzato e di baciarlo in pubblico perché l’ha fatto anche un pinguino papua, quindi è naturale, e sei naturale anche tu! F4ncul0 agli omofobi che dicono che siete anormali, anche questo video di sesso tra due leoni maschi dimostra il contrario!
Ok, grazie. Di base tutto questo dovrebbe giocare a nostro favore, rendendoci delle bestiole un po’ più accettabili, addomesticate seguendo i dettami del “normale”. Ma a ogni commento del genere, tecnicamente si sta paragonando una persona queer a un animale che, per quanto sagace o intuitivo, resta comunque un essere che non ha lasciato lo stato di natura – quella condizione pristina teorizzata da Rousseau in cui anche l’uomo, prima di organizzarsi in società e venirne corrotto, viveva di solo istinto e pulsioni ferine. L’essere umano ha abbandonato lo stato di natura da lungo tempo. Si è fatto talmente tanta strada che ora le sue stesse scoperte lo stanno distruggendo.
Oltretutto, non va dimenticato che nel regno animale ci sono tantissimi comportamenti che noi esseri umani, in quanto società “evoluta” e dotata di un intelletto che ha plasmato irreversibilmente il globo, respingiamo e condanniamo addirittura per legge: l’incesto, l’infanticidio, il cannibalismo, solo per citarne alcuni. Gli animali non hanno costruito grattacieli, astronavi o reattori nucleari. Non fissano per iscritto la propria storia, hanno un’autocoscienza volatile e conoscono poco il futuro. Nuotano se hanno le pinne, volano se hanno le ali, strisciano se non hanno zampe. Noi, le ali, mica le avevamo, eppure ce le siamo create di metallo per valicare confini, oceani, e pure galassie.
Insomma, non siamo più paragonabili, noi e gli animali. Un tempo lo siamo stati, per certi aspetti una parte animalesca vive e vivrà per sempre in noi, ma questo non ci rende più due mondi sovrapponibili. Il mondo umano non soltanto ha sopraffatto quello animale – pensiamo all’allevamento o alla caccia – ma lo sta anche spazzando via. Quante specie si sono estinte perché ci serviva una pelliccia nuova?
Al momento, per la fase evolutiva in cui ci troviamo, siamo noi la specie dotata di un intelletto in grado di modificare il mondo – nel bene e nel male – e proprio per questa semplice ragione, l’accettazione dell’omosessualità non dovrebbe più essere neanche lontanamente motivo di dibattito. E invece siamo ancora qui, terrorizzatə da un’ostinata morale cristiana, a cercare paragoni rassicuranti in natura che ci confermino che due uomini o due donne che si baciano non sono un’anomalia nella catena di montaggio. Forse, se nel Cantico delle creature San Francesco d’Assisi avesse concesso anche un “Laudato sie” alla gente queer, oggi riusciremmo a studiare l’omosessualità nel regno animale per puro amor di conoscenza?
Siamo le creature più intelligenti e più insicure che ci siano nella porzione di cosmo a noi nota. Con lo straordinario quoziente intellettivo che abbiamo, cerchiamo ancora morbosamente due fenicotteri gay per toglierci dalla bocca l’irrefrenenabile e insensata necessità di sbraitare “fr0ci0”. Gli animali non hanno bisogno di raccontarsi che il sesso gay è normale perché lo fanno anche gli uomini e le donne. Per interessantissime ragioni scientifiche che stiamo ancora studiando, loro seguono le proprie pulsioni e talvolta si accoppiano con esemplari dello stesso sesso. Lo scopo di queste scoperte deve essere squisitamente accademico, e mai etico. Se nel 2024 lapidiamo ancora gli omosessuali in certe aree del mondo, il problema è solo ed esclusivamente nostro. Non cerchiamo frecce per i nostri archi nel mondo animale. Certe bestie sono ancora fra noi.
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Certo l'accettazione dell'omosessualità non deve dipendere dal comportamento degli animali. Ma notizie di comportamenti simili negli animali non riesco proprio a considerarli un problema...
Anche l'argomento 'born this way' è una risposta all'accusa di innaturalità (in quel caso, 'essere gay è una scelta') e mi è sempre sembrato una risposta fallace che avvalla in qualche modo la premessa (la morale naturale cristiana) della critica, anziché mostrarne la fallacia.