Una cosa è certa: “Coming”, la nuova web serie gay, farà discutere. Ma il suo giovane regista, alla sua terza web serie (di cui l’ultima, “Coinquilini” ha raggiunto il milione di visualizzazioni su YouTube), l’ha messo in conto. Alessio Russo, classe 1991, si dice “pronto alle reazioni”, ma spera che la sua creazione serva a “far parlare di certi argomenti in maniera intelligente”. Lo abbiamo intervistato alla vigilia della messa online della prima puntata, che potrete vedere a partire da oggi su Gay.it .
Com’è nato l’interesse per le web serie? Sei già alla terza, tra produzioni e regia.
Ho frequentato un’accademia di cinema a Roma e il web mi ha sempre incuriosito. Tra collaborazioni con startup e interessi personali, internet mi attira da sempre. Le web serie sono il modo per conciliare entrambe le mie passioni”.
“Coming” è un’idea audace. Quanta lavorazione ha richiesto?
Abbiamo iniziato a lavorarci ad aprile, ma le tre puntate della prima stagione le abbiamo girate in soli sei giorni.
Nichi, il protagonista, è un venticinquenne gay, cinico, che non crede nell’amore ed è solito avere rapporti occasionali con ragazzi molto giovani. Insomma, un argomento politically uncorrect.
Racconto quello che succede, senza esprimere giudizi né fare appello alla morale. La serie descrive quello che tutti fanno, ma che nessuno vuole raccontare.
Poi, nella storia ci sono anche altri personaggi: c’è il giornalista etero che crede nell’informazione libera (che rivelerà un lato oscuro), la coppia gay che vuole adottare un figlio e i ragazzi che si prostituiscono. Lo spettatore potrà scegliere da che parte stare, in chi identificarsi, se schierarsi con chi pensa che un certo stile di vita sia sbagliato o con chi, invece, lo fa suo. Nichi è spregiudicato, sì, ma questo prescinde dal suo essere gay. Il sesso “usa e getta” con i più giovani è una cosa diffusa anche tra le persone etero, come lo sono le coppie che progettano una famiglia, del resto.
Il coprotagonista, invece, è Gabriele, il giornalista, che indaga su un giro di marchette d’alto bordo a Roma. A cosa ti sei ispirato per questo aspetto della storia?
È una cosa che sanno tutti. Chiunque frequenti la vita notturna sa che questo è un fenomeno che esiste. Non racconto storie vere, sebbene abbia raccolto racconti diretti da chi fa ricorso spesso al sesso a pagamento, ma certamente sono storie verosimili.
Cosa vorresti che “Coming” suscitasse?
Un dibattito intelligente, preferibilmente senza troppo rilievo a questa o quella scena particolarmente esplicita. Vorrei che nascesse una discussione su temi come le adozioni, le coppie, ma anche il sesso. La mia non è una serie che sfrutta questi argomenti, ma che vuole che se ne parli.
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