Dopo 4 anni di chiusura e di processo, i gestori del Club transgender romano Degrado sono stati tutti assolti.
Aperto dal 1999, il Degrado è stato il primo club dedicato al pubblico transgender e nel 2007 un blitz dei carabinieri ne determinò la chiusura. Secondo le cronache di quei giorni, gli uomini dell’Arma inclusero nel fascicolo foto scattate allo schermo del televisore del locale che trasmetteva un film hard e dichiararono che tra le mura del Degrado c’erano due camerini in cui si faceva sesso e che dentro il locale si incontravano trans vestite con i soli slip. L’accusa, considerate queste come prove, era di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ma le accuse sono state smentite da tutti i testimoni ascoltati in questi anni.
"Dopo 4 anni di attesa, difesi dall’avvocato Alberto Misiani di Roma, è arrivata ieri alle 14 la sentenza che assolve tutti i gestori dello storico Club Transgender Degrado – si legge in uno comunicato diffuso dagli stessi gestori – dalle pesanti accuse di sfruttamento della prostituzione. Accuse assurde per un club che aveva fatto proprio della sessualità libera e senza mercimonio la sua bandiera". Ieri, la decima sezione del Tribunale di Roma, su richiesta della stessa accusa che si è ricreduta durante il processo, ha dichiarato che il fatto non sussiste.
Non che nel club non si facesse del sesso, ma di sicuro non a pagamento e non con lo sfruttamento di alcuno. Del resto, gli stessi gestori, tra cui Klaus Mondrian, avevano rivendicato il fatto che dentro Degrado si facesse "sesso libero e consenziente".
"E’ una sentenza storica per il movimento transgender in Italia – dichiara Mondrian – i giudici hanno spezzato l’automatismo transessuale = prostituzione, un pregiudizio di maschilismo giudiziario difficile da demolire. E’ bello che questa sentenza arrivi proprio oggi 17 maggio giornata mondiale contro l’omotransfobia. D’altra parte questo processo è stato istruito con gravi pregiudizi sessuali e senza nessuna prova. Persino i testimoni del pm dichiararono di non aver mai detto le cose trascritte nei verbali".
"Ora però ci riserviamo la possibilità di intraprendere azioni legali contro alcuni residenti di via Ignazio Danti (nel quartiere Pigneto dove si trovava il locale, ndr) – dice Mondrian – che in modo razzista e omofobico hanno reso falsa testimonianza al processo. Uno di loro si è addirittura vantato davanti ai giudici di aver messo una testa di maiale all’ingresso del locale nello stile dell’avvertimento mafioso. E’ una cosa intollerabile. Se ci fosse una legge contro l’omofobia queste persone starebbero in galera e invece hanno costretto noi a difendenderci per 4 anni da accuse infamanti."
"Adesso – conclude Mondrian – il Degrado dovrà riaprire, anche per dare un segnale politico, perché abbiamo atteso fiduciosi la sentenza, credendo fermamente nella giustizia, in quattro lunghi anni e ora che l’assoluzione è piena e senza dubbi il Degrado dovrà tornare per testimoniare a tutta la città che la sessualità è libera in uno stato libero!”
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