Il centro sociale "Gabrio" di Torino lancia un’iniziativa provocatoria che non mancherà di fare discutere: la celebrazione di matrimoni gay. «Mettiamo a disposizione la nostra "casa" a tutte le coppie omosessuali che desiderino unirsi in matrimonio e lo vogliano fare con "ufficialità", senza nascondersi», dichiarano dal Centro Sociale.
Il Gabrio non è nuovo a iniziative provocatorie di questo tipo: il mese scorso, sollevò un vespaio di polemiche, e qualche imbarazzo in Comune, per avere organizzato un «Rave Party Antipribizionista» specificando a muso duro che, durante la festa, si sarebbero consumate droghe, come poi è effettivamente avvenuto.
Anche questa dei matrimoni gay sembra essere una provocazione, ma i ragazzi del centro occupato assicurano che « non si tratta che di un altro passo nella battaglia per i diritti civili che abbiamo cominciato con il Rave Party. Sappiamo bene che le nozze gay non hanno, in Italia, valore legale: il fatto è che questo governo, che secondo noi è sostanzialmente fascista, ha ingranato una decisa marcia indietro su questioni fondamentali come le scelte sessuali, le convinzioni religiose, l’uso di sostanze "proibite", l’immigrazione».
Praticamente, il centro metterà a disposizione locali, bar, cucina, sala proiezioni, e impianti di amplificazione; gli "sposi" deicderanno come svolgere la cerimonia, s ein maniera chiassosamente festosa, o con una sobria manifestazione tra amici. E a celebrare l’unione, chi ci sarà? «Chiunque ne abbia il coraggio. Un consigliere regionale con tanto di fascia tricolore, ad esempio. Qualche nome, in mente, lo avremmo già». E se al Gabrio, covo di comunisti e mangiapreti, si presentasse un sacerdote? «Molti di noi, se è per questo, sono contrari allo stesso matrimonio. Quello che ci importa è che venga garantito un diritto. E, se a farlo sarà un prete, andrà benissimo lo stesso».
L’iniziativa, secondo quello ch ehanno detto i gestori del centro, ha già raccolto qualche consenso: «Qualche coppia omosessuale, amici nostri, l’abbiamo già sentita: ma vogliamo soprattutto metterci in contatto con associazioni come il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma, quello che organizza le serate "Muccassassina" con Vladimir Luxuria, feste da 78000 persone alla volta…».
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