Un giro di baby-prostituzione maschile è lo scenario che è emerso da un’indagine condotta dalla procura di Genova e che vede coinvolti almeno sei ragazzi tra i 13 e i 17 anni insieme ai loro clienti, tutti uomini tra 40 e i 60 anni in cerca di “carne fresca”.
I clienti, ora, sono accusati di favoreggiamento della prostituzione e per alcuni si ipotizzerebbe anche il reato di violenza sessuale.
Il metodo di adescamento erano alcune chat, una delle quali frequentata anche da don Riccardo Seppia, ora in carcere per pedofilia, ma anche il passaparola tra amici di famiglia e amici di amici, come ha precisato il procuratore capo di Genova Michele di Lecce.
“Voglio carne fresca, fissami gli appuntamenti con ragazzi giovanissimi”, recita il post pubblicato su internet da uno dei clienti, un uomo di 48 anni.
A spingere alla prostituzione i giovanissimi, anche una ragazza che avrebbe spinto il proprio fidanzatino a prostituirsi proponendogli di spartirsi il compenso di 150 euro.
Gli incontri avvenivano in un bivani nel quartiere San Martino che, come riporta La Stampa, era definito “lo scannatoio” ed era di proprietà di un uomo frequentatore abituale della chat di PlanetRomeo, il principale luogo virtuale di adescamento. Ma alcuni clienti richiedevano anche prestazioni a domicilio.
“Chiudi gli occhi, ti sembrerà di essere con una donna” veniva detto ai più reticenti dei baby prostituti, perché “la maggior parte dei clienti sono passivi”.
A condurre le indagini è stata la polizia postale che per mesi ha seguito le conversazioni in chat tra clienti e prostituti.