Il 20 Luglio 2023 la storia del cinema verrà riscritta da capo, e il merito sarà tutto di Barbie.
Se l’hype era già alle stelle, nelle ultime ore siamo volate nell’iperuranio: il trailer di Barbie ha cambiato la traiettoria delle nostre vite, inaugurando una febbre collettiva da cui non vogliamo riprenderci.
Ad essere precisi un secondo teaser, che continua a svelare pochissimo di questa storia, ma promettendo di riservare il meglio per quando saremo in sala: ma in 1 minuto pochi secondi, l’attesissimo film di Greta Gerwig, sembra orgogliosamente fuori di testa. A partire da quell’iconico shot iniziale sui piedi di Barbie (Tarantino sta ancora piangendo per non aver mai concepito qualcosa di simile).
Che si fa a Barbieland? A parte prendere il sole in spiaggia ancora non si sa, ma le Barbie sembrano spassarsela: nella carrellata di poster usciti (con un cast da capogiro) incontriamo premi nobel per la fisica, rinomate autrici, giudici della corte suprema, presidenti, premi Pulitzer, avvocati.
Mentre i Ken sono solo dei Ken (capitanati da un Ryan Gosling che ricorda tanto il “Ken gay” del 1992).
Nel 2023 le Barbie possono essere chiunque e chiunque può essere una Barbie (e anche tu, grazie all Barbie selfie generator): dalla sirena Dua Lipa alla dottoressa interpretata dall’attrice e modella transgender Hari Nef.
Quest’ultima ha condiviso sui social una lettera scritta alla regista Greta Gerwig e l’attrice protagonista Margot Robbie, dove ha spiegato quanto il ruolo sia importante per lei (e non solo): “Le identità politiche e il cinema non sono la mia combinazione preferita, ma il nome BARBIE gigantemente incombe su ogni donna americana “scrive Nef su Instagram “Barbie è lo standard; è La Ragazza; è naturalmente LA bambola. Io e le mie amiche – ok, dai – io e le mie altre amiche transgender – abbiamo cominciato a chiamarci “le bambole” qualche anno fa, anche se è una frase che risale più alle nostre antenate della scena ballroom“.
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Nef riconosce che “La Bambola” porta con sé tutta una serie di stereotipi femminili precisi, che rientrano pienamente negli standard canonici del sistema. Proprio per questo quando delle donne trans* si appropriano del termine c’è qualcosa di rivoluzionario e sovversivo: “Sotto la parola ‘bambola’ c’è la forma di una donna che non è una donna abbastanza riconoscibile in quanto tale. La Bambola è piena di pericoli, è glamour. È, e al contempo non è” continua Nef, concludendo “Ci chiamiamo ‘le bambole’ nonostante tutto quello che siamo, non saremo mai, o speriamo di essere. Urliamo questa parola perché è importante. E nessuna bambola è più importante di Barbie”.
L’attrice lascia intendere che dietro ai toni spudoratamente camp e spensierati, il film su Barbie potrebbe essere molto più profondo di quanto crediamo. O nelle parole della protagonista Margot Robbie: “Si porterà dietro una bella zavorra emotiva, con numerose connessioni nostalgiche”.
Non ci resta che aspettare il 20 Luglio, per recarci in sala e lasciarci andare a questo delirio color pastello.
Ma non dimenticate i vostri rollerblades.
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