Sondaggi alla mano la riconferma di Beppe Sala come sindaco di Milano dovrebbe essere certa. Il primo cittadino potrebbe farcela addirittura al primo turno, evitando persino il ballottaggio contro Luca Bernardo, candidato del centrodestra. Se riuscisse nell’impresa, Sala eguaglierebbe Gabriele Albertini, unico sindaco milanese in grado di bissare negli ultimi 30 anni.
Intervistato da Patrizia Groppelli per il settimanale Chi, il 63enne Sala ha rivendicato con forza il suo impegno sul fronte dei diritti LGBT, con un’unione civile da lui celebrata il 5 agosto del 2016 come uno dei suoi primissimi atti. “Ma, anche qui, sono figlio della mia storia personale“, ha confessato il sindaco, che ha per la prima volta parlato pubblicamente di sua zia Gabriella: “Deve sapere che la famiglia di mia mamma Stefania è una famiglia cattolicissima e numerosa, tante sorelle e un fratello. Accade che nel 1968, avevo dieci anni, in famiglia scoppia uno scandalo. Preparativi per il pranzo di Natale e zia Gabriella, la sorella più piccola di mamma, se ne esce dicendo: io vengo solo se posso portare la mia fidanzata Gianna. Subito viene convocata una riunione di famiglia, io origlio tutto da dietro una porta“. E cosa sente, un piccolissimo Beppe? “Imparo che i tuoi principi e le libertà degli altri possono convivere. Pranzo a ranghi completi e vissero tutti felici e contenti“.
Una storia d’amore con lieto fine, perché è stato proprio Sala ad officiare le nozze di sua zia. “Passano tanti anni, divento sindaco. Zia Gabriella mi chiede appuntamento a Palazzo Marino. Dice: “Vorrei che fossi tu a unirmi civilmente”. Chiedo “Scusa, zia, ma con chi?” e lei: “Ma come, con Gianna”. Insisto: “Ma e la stessa Gianna di quarant’anni fa?”. Risposta: “In effetti ci eravamo lasciate, ma ora siamo tornate insieme per restarci per sempre””“.
E Sala, ovviamente, ha detto sì: “Io sono cattolico praticante ma la storia che le ho appena raccontato dice che le convinzioni di fede vanno conciliate con il fatto di essere un buon sindaco che ascolta tutti. Il mio parroco, don Gianni, ha capito e continua a volermi bene. Chi di noi, in onestà, puo dire di non avere un amico o un parente gay? E non per questo lo abbandona“.
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