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BERGÈ: AMO I GAY DI CLASSE

La rossa Bergè tenta di riscattare un’immagine che a Circus non è risultata fra le più simpatiche. Parla della celiachia, della sua carriera Pippo e Boncompagni e di gay: amo solo quelli di classe.

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4 min. di lettura

Appena reduce dal tendone mediatico di Canale 5, Circus, non fortunatissimo dal punto di vista degli ascolti, Raffaella Bergè ci rilascia questa intervista nella quale parla fra l’altro della sua carriera: dalla prima Domenica In con Boncompagni fino all’incontro con Costanzo che la ha riportata in Tv nella seguitissima soap Centovetrine nei panni dell’affascinante e cinica Marina Kroeger. Una donna dello spettacolo il cui segno distintivo è la schiettezza con cui ci parla della sua malattia (la celiachia) e della sua visione del mondo gay.
Ha iniziato la sua carriera televisiva con Gianni Boncompagni, il talent scout di molte donne dello spettacolo, una fra tutte Ambra Angiolini. Che ricordo ha di lui?

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Un ricordo bellissimo, forse il più bello in assoluto perché mi ricorda l’inizio della mia carriera. Un ricordo legato ad un periodo di grande spensieratezza, non di grande consapevolezza, visto che non conoscevo ancora molto bene il mondo dello spettacolo e tutto mi sembrava una favola. Approdai casualmente al provino con Gianni e mi prese subito, risparmiandomi lo stress del ‘ti faremo sapere’. Inoltre, condividevo questa esperienza con tante altre ragazze, per cui non avevo nemmeno sulle spalle tutta la responsabilità. Poi l’anno dopo, sempre a Domenica In, con Baudo, mi trovai a fare i conti con ciò che davvero era il mondo della televisione e con il peso di essere l’unica e la sola primadonna. Ricordo bellissimo anche questo con il grande Pippo.
Due insegnanti così li hanno avuti solo la Cuccarini e la Parisi..
Beh si, nonostante io sia più giovane della Cuccarini e della Parisi, appartengo comunque alla vecchia scuola, quella dove ci si preparava con grande impegno e grande sacrificio. Le carriere basate sul nulla durano il tempo di una stagione, quelle basate sulla professionalità durano tutta la vita.
Un passato da ginnasta deve averla aiutata nelle acrobazie che doveva preparare in ‘Circus’
Non creda. Dopo aver scoperto di essere celiaca…
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Un passato da ginnasta deve averla aiutata nelle acrobazie che doveva preparare in ‘Circus’

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Non creda. Dopo aver scoperto di essere celiaca ho smesso di fare sport per più di 5 anni. Sono stata davvero molto male. Per me ‘Circus’ è stata una scommessa perché ho ricominciato ad usare nuovamente il mio corpo, a sentirmi viva. Una lotta che ho vinto contro questo handicap che mi ha colpito e sono felicissima di essermi rimessa in una condizione fisica strepitosa e di aver vinto la mia battaglia. Questo è stato anche un modo di dare la speranza a chi sta male, a chi scopre di avere una malattia che si fa sentire e ti condiziona la vita. Volevo essere da esempio e da incoraggiamento per tutte le persone che ne soffrono.
Circus, come ‘Wild West’ di Alba Parietti, non è andato molto bene dal punto di vista degli ascolti. Colpa del cast o solo stanchezza del pubblico nei confronti dei reality?
Per quanto riguarda Circus è un vero peccato, perché voleva essere un superamento del genere reality, voleva essere più che altro un talent show. Effettivamente aveva dei contenuti artistici molto alti. Ma che dire, forse il pubblico è stanco dell’invasione dei reality.
In Centovetrine interpretava Marina Kroeger, donna cinica e calcolatrice. La vera Raffaella, invece, com’è?
Io amo molto quel personaggio anche se sono molto diversa nella realtà da Marina. Sono riservata e poco calcolatrice. Ho provata ad imparare da lei ma non ci riesco.
Marina Kroeger rappresenta un po’ lo stereotipo di donna amata dai gay: forte, tenace ed abile nel lavoro.
(Scoppia in una risata di gioia ndr) questo mi fa molto piacere anche perché sono sicura che la comunità gay sia molto vasta e selettiva. Lo so perchè oltre ad aver lavorato con tanti gay ho anche un cugino omosessuale. Sono una persona che vive e lascia vivere. Non mi piacciono le esagerazioni. Per me la classe deve esserci in tutte le cose, in tutti gli atteggiamenti. Quindi apprezzo le persone gay che rimangono avvolti in un allure di classe, di educazione. Sono una liberale per cui ognuno ha il diritto di vivere come meglio crede e come vuole e, soprattutto, credo che siamo tutti figli di Dio. Siamo tutti su questa terra per fare quello che crediamo nel rispetto però del prossimo.
Favorevole o contraria ai PaCS?
Sono d’accordo su una legge che preveda la regolamentazione della convivenza tra gay. È giusto che persone che convivono una vita insieme abbiano poi una eredità o possano prendere la pensione dell’altro, che abbiano il diritto di successione sulla casa del compagno. Per quanto riguarda l’idea di un matrimonio gay, non credo che siamo nel momento storico giusto, non siamo pronti visto che, tra l’altro, il matrimonio sta entrando in crisi anche per le coppie etero.
Niente adozioni però. È già tanto difficile crescere i figli in maniera equilibrata per le coppie etero.
E di figli lei ne ha due. Essendo divorziata, come dà ai suoi figli l’equilibrio di cui parla?
I miei figli hanno la fortuna di avere un padre ed una madre che, anche se separati, non gli fanno mancare nulla. Il piccolo ha tredici anni e, in questo periodo della sua vita, l’adolescenza, gli faccio trascorrere molto più tempo con il padre perché credo che ne abbia bisogno così come, quando era più piccolino trascorreva più tempo con me.
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di Michele Sabia

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