L’icona gay (?) 1 – Fabio Cannavaro, Inter. Qualcuno disse, ai tempi del mondiale, che era un’icona gay. Sarebbe bello, prima di fare tali affermazioni, interpellare almeno una piccola rappresentanza di maschi omosessuali (almeno tre). No, non è un’icona gay, non lo è mai stato, anche se è abbastanza maramaldo e tracagnotto da suscitare ammirazione negli appassionati del genere garzone cortese. Detto questo si distingue per un eloquio più che passabile, un buon senso dell’umorismo e una buona tenuta fisica, considerando i suoi ventinove anni. Ma le vere icone sono quelli come Beckham: ha i capelli aerodinamici, le unghie smaltate di rosa, sponsorizzazioni che vanno dalle scarpe all’antiforfora e non salta un uomo in campo da qualche anno. Ma tanto si sa che ai gay il calcio giocato piace poco.
L’icona gay (?) 2 – Rivaldo, Milan. I giornalisti sportivi quando vengono chiamati ad occuparsi di colore, e non si tratta di quello delle maglie da gioco, perdono un po’ la bussola. Su Rivaldo non si sapeva che dire, forse proprio per scarsa conoscenza. Ma è bastata una maglia nera trasparente indossata alla presentazione ai tifosi per far riemergere la solita frusta definizione di cui sopra.
Il vitellaccio – Paolo Montero, Juventus. Lesto di piede e di mano, tira punizioni calcistiche e corporali, in campo e ai bordi. Grande maratoneta sessuale, si allenava nelle piste del celeberrimo Viva Lain di Torino. E faceva innamorare anche le prostitute – massaggiatrici. Tanto che una di loro ha dichiarato: "Ero innamorata di Paolo, e non gli ho mai chiesto soldi". Ma che doti avrà mai quest’uomo, che ispira beneficenza anche in navigate professioniste dell’amor?
Il mandingo – Clarence Seedorf, Milan. Ha il nome di un sito ed è diventato un mito. Nell’Inter Ronaldo restava fuori campo e lui lo sostituì segnando due gol alla Juve. A casa Ronie passava troppo tempo su Internet e lui, generoso, lo sostituì anche lì. Non sarà delicato di lineamenti, ha dichiarato che la notte russa (ma basta incontrarsi al pomeriggio), ma come resistere a quel violento sapore selvaggio?
Pensiero Stupendo – Alessandro Nesta, Milan. Ha due labbra da silicone, anche se sono naturali (gli sportivi abbondano di foto: si può sempre confrontare), gambe lunghe e capelli bagnati. Sempre. Non si depila il torace, ha pochi tatuaggi (rispetto alla categoria) e una vita sessuale misteriosa (rispetto alla categoria). Preoccupato all’ipotesi telecamere dentro gli spogliatoi, ha però risposto che tanto lui non ha nulla di cui vergognarsi. Lo hanno preso al Milan, probabilmente per controbilanciare qualcuno (vedi sotto).
Pensiero Orrendo – Gennaro Gattuso, Milan. Sembra Berlusconi. No, anzi, Berlusconi è più bellino. Incredibile a dirsi. L’anello di congiunzione fra un’escavatrice e Antonio Gramsci. L’uomo con i tacchi occulti ebbe a dirgli, nella prestigiosa cornice di Palazzo Chigi: "Ohè, Gattuso, ma che capelli tieni? Hai il parrucchiere di Sesto San Giovanni?" Creando così un nuovo binomio, dopo l’indice e il mignolo esibiti in Spagna: periferia di sinistra e mechès.
di Paola Faggioli