Il Canada riprende la discussione sulla legge che vieterà le terapie di conversione, dopo lo stop di marzo a causa della pandemia di Covid 19. A supporto della legge, il primo ministro più gay-friendly del mondo, Justin Trudeau, il quale ha dichiarato:
La terapia di conversione è dannosa, degradante e non ha posto in Canada. Spero che tutte le parti facciano la cosa giusta sostenendo questo disegno di legge.
Per Trudeau è una promessa mantenuta: la criminalizzazione delle terapie riparative era un punto del suo programmo, presentato durante la campagna elettorale.
Il testo del disegno di legge in discussione vieta il ricorso alle terapie di conversione ai minori e rende illegale anche portarlo all’estero per sottoporlo a questo genere di tortura. Il disegno di legge renderà anche illegale sottoporre forzatamente (e contro la sua volontà) un adulto alla terapia.
Dalla parte della legge, tutta la politica del Canada
Il governo di Justin Trudeau si posiziona dalla parte della legge, a partire dal ministro per le Diversità, Bardish Chagger:
Da questa parte della Camera ci concentriamo sul progresso e sulla protezione dei diritti LGBTQ.
E’ stato lo stesso ministro a presentare la prima bozza della legge. Il deputato Randall Garrison, invece, ha confermato il suo sostegno:
Tentare di cambiare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona è impossibile e i tentativi stessi fanno un grave danno a coloro che temono o già soffrono per il rifiuto da parte della famiglia, degli amici e della loro comunità.
Cosa sono le terapie di conversione
Le terapie riparative sono considerate da tutta la comunità scientifica come una forma di tortura. Le pratiche utilizzate in queste occasioni portano a vergognarsi di sé stessi in quanto omosessuali, convincendo la vittima che solo l’astinenza e la preghiera potrà “guarirla”.
Partendo dal presupposto che l’omosessualità sia una malattia, le persone sottoposte alle terapie di conversione tornano a casa depresse, con istinti suicidi e danni che potrebbe anche essere permanenti. Negli anni passati la terapia prevedeva anche elettroshock e botte.
Oltre al Canada, pochi altri Paesi si sono attivati per vietare categoricamente queste pratiche, ma sono molti gli Stati (tra cui l’Italia) che, nonostante la condanna, non si sono mossi per portare avanti un disegno di legge per renderle illegali. Ne è un esempio il Regno Unito, dove sono due anni che il governo si impegna ad approvare una legge in merito, anche con l’appoggio dei partiti più conservatori. Lo stesso Boris Johnson, il primo ministro britannico, ha dichiarato che le terapie sono da condannare, ma anche che occorrono “ulteriori ricerche” prima di vietarle completamente.
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