Polemiche nel Regno Unito per la decisione di inserire le candidate transgender tra le quote rosa del partito laburista, oggi atteso al voto locale.
300 iscritte al partito, come riportato da LaStampa, hanno contestato la decisione presa da Jeremy Corbyn, che ha di fatto inserito tra le quote rosa anche quelle candidate che non sono ancora diventate legalmente donne. Questo perché l’attuale piattaforma del partito laburista sottolinea come le persone trans che si autoidentificano come donne saranno ben accolte tra le quota rosa, anche se fisicamente ancora non ‘transitate’ completamente.
“Siamo costernate per il fatto che il Partito laburista sostenga che il sesso sia una caratteristica in cui ci si può auto identificare per poter accedere a liste di sole donne. Ci troviamo di fronte a una situazione in cui ogni uomo può semplicemente affermare di essere una donna ed essere inserito tra le quote. E’ per questo motivo che noi, insieme ad altre 300 iscritte, ci stiamo dimettendo dal partito“.
Una chiara estremizzazione, quella firmata e spedita sotto forma di protesta al Times da dieci esponenti dei partito appartenenti al gruppo Mayday4Women. Un’auto-identificazione che puzza di “autorità e supremazia maschile”, continuano le firmatarie, mentre dai labour parlano di numeri gonfiati (sarebbero molto meno di 300 le dimissionarie) e replicano con durezza: «Le shortlists per le donne sono sempre state aperte a tutte le donne, e tra queste si includono naturalmente anche le trans».
Lily Madigan, 19enne che a fine 2017 è diventata la prima funzionaria transgender del Labour, ha invece festeggiato: «Oggi circa 300 donne transmisogene hanno lasciato il partito. È una bella giornata».
Today, approximately 300 transmisogynist women left the Labour Party. Today is a good day
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