Nelle ultime ore Luca Barbareschi ci ha tenuto a ribadire che secondo lui le donne che denunciano vogliono solo attenzione.
È l’ennesima aggressione ai danni delle donne, e qualunque gruppo marginalizzato che prende parola, rivestita di libera opinione da parte di un uomo privilegiatissimo e con troppa voce in capitolo.
Ma anche questo 10 Maggio nessunə ha intenzione di restare in silenzio e l’associazione Il Campo Innocente – composta da artistə e lavoratorə schieratə contro la violenza, il sessismo, e la precarietà nel mondo dello spettacolo – hanno mostrato le mutande davanti il Teatro Eliseo di Roma (mandato in liquidazione e fatto fallire proprio dall’ex direttore artistico Barbareschi) in segno di solidarietà e supporto alle attrici di Amleta.
Contro Luca Barbareschi anche #CampoInnocente, che ha risposto ‘smutandandosi’ a Roma di fronte al Teatro Eliseo, in solidarietà ad Amleta.
Qui il video dell’azione e il testo che l’ha accompagnata:
1/ pic.twitter.com/hqCssJk6PS— Chiara Zanini (@ChiaraZn) May 10, 2023
“L’intervista a Luca Barbareschi su la Repubblica di ieri non è una dichiarazione di opinioni: è un’aggressione. Le parole – come i gesti, come le azioni – feriscono, umiliano, fanno violenza. Si incidono sui nostri corpi, modificano l’ambiente in cui viviamo” hanno ripetuto durante il flashmob “Negare legittimità alle parole di chi denuncia è un ulteriore atto di violenza. Le dichiarazioni di B. sono un distillato di maschilismo, e cultura dello stupro”.
Come ribadisce Campo Innocente, Barbareschi è tutt’altro che silenziato, ma l’ennesima ‘figura di potere, che ha rivestito cariche istituzionali e politiche‘ e ‘rivendica il proprio diritto all’omofobia, al razzismo e al sessismo’.
L’associazione ha anche criticato le testate giornalistiche che hanno messo in prima pagina le parole del regista, alimentando una polemica che a favore di qualche clic continua a ridicolizzare e appiattire le cause delle vittime coinvolte.
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Lo spazio dato alle parole di Barbareschi è solo un’ulteriore conferma che la rappresentazione nei media non ci garantisce una reale agevolazione, ma al contrario è “un falso messaggio di inclusività” alla faccia di una realtà molto diversa: “Chi denuncia si espone e rischia di non lavorare, il settore culturale subisce tagli sistematici che penalizzano le esperienze più fragili e indipendenti, non esiste alcuna forma di reddito per i/le lavorat_ precarix della cultura e dello spettacolo“.
Il flashmob si conclude alla grande, con lə ragazzə che tuonano: “L’omosessualità non si declina al passato – noi SIAMO froci3 lesbiche donne trans. Tutti i futuri possibili. Galassie infinite e luccicanti dove i trucchi barbareschi li prendiamo a calci nelle palle”.
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