Passo in avanti straordinario da parte della Cassazione, con la sentenza 30545/2021 pubblicata ieri. Come riporta il giornalista Simone Alliva, i giudici della Corte di Cassazione hanno infatti stabilito il riconoscimento del danno morale ed esistenziale nei confronti di una vittima di stalking, quando questa viene presa di mira per il suo orientamento sessuale o per la propria identità di genere.
La sentenza evidenzia così il disagio, la paura e la sofferenza che prova una vittima dello stalking, anche nel caso in cui si tratti di un membro della comunità LGBT+. Lo stalking viene quindi considerato una persecuzione, in questo caso dato dall’odio verso una minoranza.
Ma occorre una legge contro le discriminazioni
I giudici della Cassazione, nella sentenza, hanno anche fatto notare la necessità di introdurre delle leggi penali di contrasto a ogni forma di discriminazione, aggiungendosi (indirettamente) così a tutti coloro che a gran voce richiedono l’approvazione del ddl Zan.
Sebbene non venga citato dai giudici, la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo ora in discussione al Senato potrebbe essere il testo adatto a soddisfare la richiesta della corte e che segua anche i principi di inclusione e di uguaglianza come richiesto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Nessuna legge bavaglio o liberticida (come ripetono da mesi le opposizioni), proprio perché in conformità con quanto detto dai giudici di Strasburgo e non in contrasto con la libertà di espressione dei cittadini.
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Sarebbe veramente comico ( chi mi ricorda ? Un "rottamato"? ) se addirittura il matrimonio ugualitario venisse introdotto dal Potere Giudiziario , come avvenuto per esempio in Austria ed a Taiwan!