Una tragedia immane, resa ancor più insostenibile da certi articoli di giornale che hanno parlato di una ‘ragazzina’ suicida. Sasha, questo il suo nome, è caduto dal sesto piano della propria abitazione, in una via centrale di Catania. L’ipotesi è il suicidio.
“La notizia della morte di Sasha ci è arrivata, ci ha colpiti e ci ha sconvolto non poco“, hanno scritto sui social i responsabili del Catania Pride. “Ci stringiamo agli amici e le amiche e a tutti i suoi cari. Sasha era un giovane ragazzo della nostra comunità, appena 15 anni, vicino da poco al mondo del Pride e dell’attivismo. All’ultimo evento organizzato dal Catania Pride ha scelto di essere presente e in prima persona come volontario e ci ha aiutati nel sistemare e montare tutto per l’attività. Abbiamo avuto modo di parlare con lui, di conoscerlo e sentire le sue battaglie nel poter esprimere la sua identità di genere”.
Ed è qui che da Catania arriva la denuncia nei confronti del solito, insostenibile misgendering, pratica purtroppo spesso diffusa con cui solitamente ci si riferisce a una persona transgender usando termini che si riferiscono al sesso biologico, e non all’identità di genere in cui questa persona si riconosce.
“Proprio per questo la notizia del suo suicidio ci ha colpiti parecchio e, in merito alla sua identità, leggere sui giornali e sulla stampa locale di “una ragazzina” ci riempie di rabbia“, hanno concluso da Arcigay Catania. “Non è concepibile che la società tutta porti un ragazzo di appena 15 anni a compiere un gesto simile. Non è giusto. Lui era un ragazzo, e il suo nome era Sasha e come tale va ricordato. Che la terra gli sia lieve”.
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