Fiore Cantone ha 22 anni, è uno studente di Lingue e culture moderne all’Università di Catania ed è un attivista Arcigay. Sabato scorso ha trascorso la serata in compagnia di amici. Tornando a casa, alle ore 03:33 di notte, in via Umberto un uomo in auto ha iniziato a squadrarlo. Si è fermato, è sceso dall’auto apparentemente per chiedergli informazioni, ma con fare ambiguo. Non a caso in pochi attimi l’uomo si è scagliato contro il ragazzo, cercando di pugnalarlo con un cacciavite e strappandogli via le cuffiette.
“Io ho reagito colpendolo alla faccia con un violento pugno (o schiaffo, non ricordo bene) riuscendo a riprendermi le cuffiette“, ha denunciato Fiore sul suo profilo Instagram. “Dopo aver visto che ero in grado di difendermi ha indietreggiato e ha cominciato a rivolgermi degli insulti omofobi affermando pure che “ormai a Catania i fr*ci siamo troppi”. L’ho minacciato di chiamare la polizia, lui mi ha risposto che stava solo scherzando ed è scappato via con l’auto, di cui ho la targa”. “Mi ha aggredito perché nel mio zaino ho attaccato portachiavi e spille Lgbtqia+, tramite i quali mi ha catalogato come persona non etero. Ero solo e ho pensato di morire. Un attimo dopo l’aggressione mi sono sentito mancare l’aria, non riuscivo a respirare bene e mi sono accasciato per terra. In seguito ho chiamato il mio coinquilino che mi ha fatto compagnia per il resto della strada, sono arrivato a casa, ho avvisato i miei, preoccupatissimi, ed infine ho denunciato. Serve una legge, ora. Ho riscontrato tantissima solidarietà, soprattutto da parte di altri attivisti transfemministi aroaci, gay, lesbiche, bisessuali e trans“.
Parole che piombano nel pieno del dibattito politico sul DDL Zan, tornato in Senato 6 mesi dopo il brusco stop imposto dai senatori della Repubblica. “Sono orgoglioso e fiero di Fiore“, ha commentato Armando Caravini, presidente di Arcigay Catania. “Perché ci ha messo la faccia, decidendo di denunciare. Deve essere un esempio per tutti coloro che ricevono atti di violenza omofobica sia verbale sia fisica, ma che per paura non denunciano. Come Arcigay esprimiamo la massima disponibilità e siamo prontз a dare tutto il supporto psicologico e legale”. “Questa è l’ennesima dimostrazione di come in Italia occorra un’aggravante contro la bifobia, gayfobia, la lesbofobia, la afobia, la transfobia e la intersexfobia. Vicende come queste non possono essere trattate come una semplice aggressione o rapina o qualsiasi altra cosa non siano. Ribadiamo: serve una legge, ora. Denuncerò il caso all’Unar, l’Ufficio antidiscriminazione“.
Vicinanza a Fiore anche da parte di Arcigay Catania: “Siamo rimastə tuttə senza parole; sentiamo ancora l’applauso delle Senatrici e dei Senatori in Parlamento che gioivano per la bocciatura di una legge che puntava alla prevenzione di tali crimini e che avrebbe punito questo reato in maniera più adeguata, quale frutto di odio. Questa notizia non fa altro che rinnovare la nostra richiesta di una legge che punisca i crimini d’odio. Nella nostra vicinanza a Fiore, il Gruppo tiene a sottolineare che come sempre ci siamo e ci saremo nell’offrire qualsiasi mezzo di supporto e salvaguardia alle persone della comunità Lgbtqia+ vittime di violenza. Siamo vicinə a Fiore e ci saremo sempre nell’offrire qualsiasi mezzo di supporto e salvaguardia alle persone della comunità LGBTQIA+ vittime di violenza. Se toccano unə toccano tuttə!“.
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