La stagione dei premi è dietro l’angolo. Dall’acclamatissimo Povere Creaure di Yorgos Lanthimos, fino all’onnipresente Oppenheimer di Christopher Nolan o l’immancabile Barbie di Greta Gerwig, non sono pochi i titoli in pole position per questa nuova annata. Anche l’atteso All Of Us Strangers di Andrew Haigh potrebbe guadagnarsi qualche nomination, in particolare grazie all’interpretazione di Andrew Scott.
Ancora nulla di certo, tutte speculazioni. Ma in tutto questo le attrici o gli attori transgender dove sono?
Mentre sempre più artistə chiedono di togliere la divisione binaria fra miglior attori e migliori attrici, trovando uno spazio gender neutral che coinvolga facilmente anche persone non binarie, dal 1929 ad oggi nessun attore o attrice apertamente transgender è mai stato candidato alla cerimonia. Al contrario, una valanga di attori o attrici cisgender si sono portatə a casa la statuetta per aver interpretato personaggi trans – da Hillary Swank per Boys Don’t Cry a Eddie Redmayne in The Danish Girl e Jared Leto per Dallas Buyers Club. Attori cisgender che interpretano personaggi trans che – potete starne certə – creperanno prima dei titoli di coda.
Ma Trace Lysette con il suo MONICA potrebbe cambiare le carte in tavola: il film di Andrea Pallaoro (qui potete leggere la nostra recensione) ripercorre il ritorno a casa di una donna transgender sfuggendo a tutti i pietismi del caso, con una delicatezza e umanità tale che vorremmo vedere più spesso sullo schermo. Merito anche della bravura di Lysette, donna trans anche nella realtà, che dona alla sua Monica una complessità fatta di sguardi e pochissime parole.
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Lysette è stata la prima donna transgender in gara alla Mostra del Cinema di Venezia, ma c’è possibilità agli Oscar 2024? Ospite al podcast di Vanity Fair Little Gold Men, l’attrice non nega la pressione di approcciarsi a quell’ambiente, quando nessun altra donna trans l’ha fatto prima.
Ma Lysette non ha minimamente intenzione di tirarsi indietro: “Non c’è stata un’attrice protagonista in competizione in oltre 79 Festival lo scorso anno. Dobbiamo rompere quel soffitto di vitro, e al di là di quello che pensano le persone, le persone trans non sono una novità. Esistiamo fin dall’inizio della storia, solo che ne siamo statə tagliatə fuori. Siamo sempre statə qui, siamo meritevoli, e il più delle volte si tratta dello scarso accesso per le persone trans. Le nostre possibilità sono diverse”.
Lysette sottolinea che continuerà a mettersi in gioco e mostrarsi come sé stessa, alla faccia di ogni avversità: “È quello che continuo a ripetermi ogni giorno“.
Nel frattempo la piccola Monica si è portata a casa gli applausi della critica e del pubblico (98% dei consensi su Rotten Tomatoes) diventando un’ancora di speranza per la rappresentazione transgender al cinema, con la possibilità di alzare l’asticella e scoprire nuove storie.
La stessa Lysette dichiara nel podcast di aver rivisto molto di sé e del suo percorso nel film: alla tristezza e le incomprensioni della transizione, Monica mette in luce la forza ribelle di una persona trans senza affidarsi alla solita pornografia del dolore per raccontarcela. “Comprendere cos’è quella gioia ribelle per una donna trans in un mondo che sembra vuole costantemente metterti i bastoni fa le ruote – è un tema universale in cui tante persone possono diversi. Dobbiamo trovare quella gioia nelle nostre vite per poter andare avanti.”