Il nudo del Campione del Mondo Juniores di Parapowerlifting, Donato Telesca, ritratto da Oliviero Toscani per la copertina del libro che racconta la vita dell’atleta, è stata censurata dal social network Linkedin.
Donato Telesca è nato il 5 Febbraio 1999 a Pietragalla, in provincia di Potenza. In seguito a un grave incidente stradale ha acquisito una disabilità grave, subendo l’amputazione di entrambi gli arti inferiori. Ma Donato non si è arreso, e sulla propria, improvvisa diversità, ha costruito un riscatto di vita, che lo ha portato al titolo di campione del mondo juniores nel 2017 e nel 2019 per il sollevamenti pesi sotto gli 80 kg. Vittorie grazie alle quali, qualcuno lo ricorderà, Donato ha potuto partecipare alle Paraolimpiadi di Tokyo 2020. La sua storia è stata raccontata in un libro dall’evocativo titolo “In piedi“, scritto dall’autore Fabio Di Capua, edito da Kimerik.
E proprio per la copertina del libro, Oliviero Toscani ha omaggiato la magnifica bellezza di Donato Telesca, scolpendo con la luce della sua fotografia uno statuario ritratto al corpo e alle cicatrici di una diversità che assume la forza dell’unicità individuale e il significato positivo del riscatto.
Tutto questo, però, non è piaciuto a Linkedin, social network nato per creare contatti professionali. L’algoritmo di Linkedin ha censurato la foto di Toscani.
Grande amarezza espressa dall’atleta nel post Facebook (che inseriamo appena sotto ndr). “Si permettono di bloccare qualunque cosa evidenzi un corpo, come se fosse qualcosa da non mostrare”. Donato spiega che le sue cicatrici sono “qualcosa che deve essere compreso e sfruttato come punto di forza, non come limitazione, rendendo un essere umano disabile alla pari di tutti gli esseri umani”.
Fabio Di Capua, autore del libro edito da Kimerik, in un post rivela tutta la propria amarezza, scagliandosi contro l’automatismo superficiale degli algoritmi che gestiscono le nostre vite attraverso i social network. “Censurare in questo caso è stato distruggere, annullare un processo formativo che aveva impiegato tempo e sacrifici – scrive Di Capua – per trasformare ciò che era bloccato in un carattere introverso per renderlo libero, senza paure”. Di Capua poi aggiunge che la censura di Linkedin è paragonabile alla censura di una vita “Un opporsi ad un’evoluzione che non è astratta, ma splendidamente reale, una vita in carne e ossa, sangue e cuore”.
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