Charli XCX è tornata con un singolo, Von Dutch, pieno zeppo di synth che anticipa l’uscita del nuovo album Brat in arrivo in estate. Un disco che riporta l’artista alle sue radici da ragazza dei club underground. “Vengo dai club” spiega a Vogue Singapore, “quando ho iniziato a fare musica suonavo ai rave illegali in un magazzino a Hackney, a Londra. Quella è casa per me”. E ancora:
Non sono mai stata il tipo di persona che andava nei club tradizionali dove dovevi mettere il tuo nome sulla lista e c’era una line-up di DJ che suonavano. Mi sono sempre ritrovata alle feste in magazzino, quegli eventi davvero sotterranei, dell’ultimo minuto, in luoghi segreti.
Il sesto progetto di inediti, a 2 anni di distanza dal precedente Crash, viene descritto dalla diretta interessata come “aggressivo” e “conflittuale”. In attesa di ascoltarne il contenuto non tutti hanno apprezzato la scelta della copertina, uno sfondo verde sul quale campeggia il titolo del disco: “Erano tipo, ‘Perché non sarà sulla copertina? Ha bisogno di essere in copertina'”, ha spiegato Charli XCX, “Perché qualcuno dovrebbe avere quel livello di controllo sulle artiste?” si è domandata. Anche la tonalità di verde scelta non è casuale:
Volevo optare per una tonalità di verde offensiva e fuori tendenza per innescare l’idea che qualcosa non andasse. Vorrei che mettessimo in discussione le nostre aspettative nei confronti della cultura pop: perché alcune cose sono considerate buone e accettabili e altre considerate cattive? Sono interessata alle narrazioni che stanno dietro a tutto ciò e voglio provocare le persone. Non sto facendo le cose per essere gentile.
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Ciononostante la cantautrice non nasconde che nei testi verrà fuori un lato di sé piuttosto vulnerabile:
Dal punto di vista dei testi, questo è un disco abbastanza diverso per me. Ho scritto le canzoni quasi nello stesso modo in cui scriverei dei messaggi ai miei amici o in base alle cose che direi loro su FaceTime. Parliamo molto della cultura pop e della musica ed è stato davvero divertente spettegolare sulle canzoni che ascoltiamo. Chiederanno ‘Oh, di chi parla questo? Riguarda un amico? Riguarda un ex?’.
Al suo fianco c’è, da sempre, la comunità rainbow, cui più volte Charli XCX ha mostrato sostegno: dalla richiesta di divieto della terapia di conversione alla dedica, nel nuovo album, di un brano all’amica e produttrice trans Sophie, morta nel 2o21, fino alla presenza di performer in drag nei suoi concerti. In merito al legame con la comunità l’artista fa sapere:
Sento davvero che non avrei una carriera senza la comunità LGBTQ+. Mi hanno reso possibile fare così tanto e mi hanno sostenuto quando tutti gli altri si erano arresi. Mi sembra giusto fare del mio meglio per amplificare quella comunità ove possibile. Mi sembra molto naturale.
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