DA OPERAIO A SHOWMAN PROVOCATORE. ECCO CHI E’ ANDREA RIVERA

Critico severo della Chiesa, pur essendo credente, il giovane cantastorie non risparmia nessuno. Neanche Internet

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La sua partecipazione al programma di Serena Dandini ‘Parla con Me’ lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Le sue interviste al citofono, le stesse che faceva per le strade di Roma, sono diventate un momento cult della fortunata trasmissione di Rai Tre. Così Andrea Rivera, ex operaio, ex cantastorie di strada, ironico ed irriverente, è approdato sul palco del concerto del Primo Maggio. In quella occasione, ha fatto irritare fortemente la Chiesa, a tal punto da definirlo un terrorista solo per essersi interrogato sul perché non fossero stati concessi i funerali a Piergiorgio Welby. Ecco la sua riposta.

Perché, dopo le polemiche seguite alle tue dichiarazioni sulla Chiesa in occasione del concerto del Primo Maggio, hai preferito eclissarti, piuttosto che affrontare di petto la situazione?
Non sono sparito. Dopo il concerto ho registrato altre puntate del programma di Serena Dandini, ho tenuto altri quattro concerti solo a Roma, di cui uno all’Apheus e l’altro al Circolo degli Artisti. Inoltre sono andato nella sede di ‘la Repubblica’ per fare un intervista con Curzio Maltese, ed ho risposto a tutti quelli che mi hanno cercato, così come ora sto facendo con te.

Perché le tue osservazioni hanno scatenato così tante critiche da parte della Chiesa?
Quelle del Primo Maggio sono polemiche nate da un nervo scoperto in seno alla Curia romana. Durante il concerto ho sottolineato il problema dei mancati funerali di Piergiorgio Welby. Oggi si sta ripresentando una situazione simile con Nuvoli, un altro uomo malato di sclerosi multipla, a cui bisognerebbe dare molta attenzione.

Le dichiarazioni che hai fatto sul palco del concerto sono le stesse che avevi già fatto qualche mese prima, e che erano state riportate dalla Repubblica e dal Corriere della Sera. Allora perché in questo caso hanno suscitato così tanto clamore?

DA OPERAIO A SHOWMAN PROVOCATORE. ECCO CHI E' ANDREA RIVERA - Andrea RiveraF2 - Gay.it

Credo sia da accreditare al fatto che qualche giorno prima c’erano state delle minacce a Mons. Bagnasco. Penso anche ci sia stato un tentativo di screditare la sinistra, strumentalizzando un uomo di sinistra come me, che però non è schierato e che non si vuole schierare, visto che sono molto critico anche nei confronti di questa ala politica.

Ti hanno definito terrorista…
Mi pare fin troppo estrema la loro reazione, definirmi terrorista è stato davvero eccessivo.

Se dovessi rispondere a quelle accuse?
Direi che non ho fatto battute contro la Chiesa, ma sulla Chiesa. E la Curia dovrebbe interrogarsi sul perché appena ho nominato il Santo Padre sono volati una pioggia di fischi. Su questo non ha ancora risposto nessuno. Le mie sono state delle domande, da cattolico non praticante quale sono, sulla Chiesa di oggi e su alcune sue posizioni, come l’uso del preservativo nella lotta contro l’Aids.

La Chiesa ha un atteggiamento di totale chiusura sul riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto, omosessuali e non. Tu in merito cosa pensi?
Io non farei nemmeno la distinzione tra coppie omosessuali ed eterosessuali quando si parla di convivenza. Sono assolutamente d’accordo con la concessione dei diritti alle coppie di fatto.

Rifacendoti a Gaber dici: “meglio cantare nelle piazze, nelle case non c’è più nulla di buono, basta dare uno sguardo alla strage di Erba”. Questo è un attacco al sistema della famiglia tradizionale?
E’ una forma di coscienza sulla famiglia tradizionale, che è in crisi. I rapporti familiari sono sempre molto difficili, ma anche la convivenza lo è. C’è una crisi strutturale e sociale che riguarda tutti noi. La nostra società oggi soffre di un malessere diffuso, ed anche gli stessi Dico avvertono i segni di questa crisi profonda, che è dappertutto. Non è che si ammazzano solo in famiglia, si massacrano anche i conviventi.

Invece di darmi del terrorista, la Curia dovrebbe chidersi perché appena ho nominato il Santo Padre sono volati i fischi.Ti definiscono scomodo, controcorrente ed alternativo. In quali di questi aggettivi ti rivedi di più? Mi guardo allo specchio e mi trovo ancora più alternativo! No, dai. Mi ritengo una persona fortunata, perché oggi mi ritrovo a fare satira, mentre ieri facevo l’operaio. Fare sarcasmo su questo paese è una soddisfazione, ma è anche molto faticoso dal punto di vista fisico e mentale. E così, ogni tanto, mi viene da pensare che tornare a fare il macchinista non mi farebbe male.

Cosa c’è di faticoso nel tuo attuale lavoro?
Lo stare sempre con gli occhi puntati sui giornali, per vedere cosa succede intorno a noi. Ecco perché ogni tanto desidero il mio vecchio lavoro, stancante dal punto di vista fisico, ma sicuramente più semplice, perché a contatto con gli operai, che sono i veri lavoratori che mandano avanti l’Italia.

Oggi sempre a contatto con i giornali. Ieri vicino al popolo della strada, che incontravi cantando per le strade di Trastevere. Alla base delle tue affermazioni ci sono le analisi dei grandi quotidiani o le riflessioni e gli umori della gente comune?
Senza dubbio la gente. Mi guardo attorno, e vedo che c’è una crisi profonda tra i giovani, una crisi lavorativa, ma anche affettiva. Non si parla più. Pensiamo ad Internet. Io faccio una battuta in una mia canzone: “I Pod, You Tube”. Stiamo parlando un po’ troppo di tecnologia e molto poco di umanità. Io scrivo ancora a penna, non ho il computer a casa, ma non perché sia contro internet, anzi lo ritengo fondamentale in alcune situazioni. Basta riflettere sulle persone disabili, e su tutti coloro che vogliono conoscere gente che vive dall’altra parte del mondo! Ma ritengo che ci sia un abuso davvero ossessivo di questi strumenti. Bisogna un attimo mollare.

Hai attaccato Sanremo e la scelta di portare sul palco gente come Milva e Dorelli, dicendo che ad una certa età non possono dare più niente. Hai criticato il sistema cinematografico prendendo come esempio una frase di Muccino che sosteneva che in America c’è grande meritocrazia. E tu hai risposto che però qui in Italia lavora solo il fratello. Hai sempre un atteggiamento così critico verso tutto e tutti?
Ho fatto questa battuta su Muccino, non perché ce l’abbia con lui, ma per esemplificare la situazione italiana. Il nostro è un paese dove la meritocrazia manca. Quando io faccio delle battute su Milva, piuttosto che su gli Zero Assoluto perché voglio fare delle riflessioni sulla situazione in cui versa l’Italia.

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In tutto questo marasma, di questa Italia cosa salveresti?
La ragazza che è qui accanto a me in treno.

E a parte lei?
Dell’Italia salverei la voglia della gente di esprimere la propria idea.

di Michele Sabia

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