Nel 2018, un team di artisti fece parlare di sé attraverso la propria idea poco ortodossa di creare e vendere magliette stampate – letteralmente – con il sangue di persone omosessuali. L’iniziativa “Blood is blood” aveva l’obiettivo di protestare contro la regolamentazione imposta dalla FDA in America che impediva agli uomini gay di donare il sangue.
La linea guida, diventata legge durante la crisi AIDS, è in piedi ancora oggi, pur dopo aver subito modifiche sostanziali prima nel 2015 e poi nel 2020. Ad oggi, però, la popolazione gay e bisessuale statunitense subisce ancora pesanti discriminazioni in questo ambito.
Anche perché – gli attivisti dichiarano – secondo l’FDA il sangue di un uomo gay sano sarebbe più pericoloso di quello di un uomo eterosessuale affetto da clamidia o da herpes genitale.
Ecco perché oggi lo stesso gruppo di creativi che nel 2018 aveva dato vita all’iniziativa “Blood is blood” – composto dall’agenzia Mother e dall’artista Stuart Semple – è tornato alla riscossa con la collezione “The Gay Blood”.
Questa volta, l’opera si compone di vari strumenti da pittura, tra cui penne a sfera, un flatting, acrilici e pennarelli indelebili, tutti accomunati da un ingrediente inquietante ma che allo stesso tempo riesce a mandare un messaggio potentissimo: il sangue di persone omosessuali.
Il prezzo è anche relativamente contenuto, parlando di opere d’arte: si parte da 30 dollari per un tubetto di acrilico fino a 200 dollari per la bomboletta di vernice. Ciascuno strumento è stato pensato per “creare qualcosa che vada contro le politiche omofobe dell’FDA”, si tratti della firma su una petizione o un cartellone di protesta durante il Pride.
“Il colore è emozione: sfido chiunque ad osservare un quadro di Van Gogh o di Rothko senza provare qualcosa” – ha dichiarato Semple, già conosciuto per la sua arte “pirata” attraverso la qual aveva clonato le sfumature Tiffany Blue e Vantablack, precedentemente privatizzate e vendute a prezzi esorbitanti. “Una marcia Pride o una manifestazione qualunque sarebe la stessa senza i colori brillanti dei cartelloni e i vestiti variopinti?”.
Con la Gay Blood Collection, tuttavia, l’idea trascende il semplice colore. “Il mio sangue ed il tuo non sono così diversi” continua Semple. “Il nostro sangue potrebbe pure essere viola. Il punto è che ci serve per vivere, ed è uguale per me e per te”.
Sample spiega poi che creare una pittura utilizzando materiale organico non è facile come sembra. Il sangue non è un colorante efficace, almeno non nelle quantità consentite. Se conservato in maniera impropria, può essere una fonte di batteri dannosa, ed esposto all’aria diventa marrone.
Quindi, per creare pitture acriliche e inchiostri, il team ha dovuto incapsulare piccole quantità di sangue dentro a contenitori divisi dalla pittura in sé.
Il colore del sangue è quindi un’imitazione – seppur fedelissima – composta da una mistura di pigmenti sintetici e minerali, che rendono l’opera d’arte più che altro simbolica. “Il significato è quello: stai dipingendo comunque con uno strumento che contiene sangue di una persona che l’ha donato per la causa. Sì, il tuo quadro, cartellone o opera non conterrà davvero sangue, ma è il significato che conta”.
Manca il sangue, e l’FDA fa la schizzinosa
È importante far notare che la Gay Blood Collection – lanciata negli scorsi giorni – non capita per caso. Proprio in questo periodo, infatti, la Croce Rossa Americana ha dichiarato di trovarsi nella peggiore carestia di sangue in oltre un decennio.
“La gente non dona più il sangue, e chi lo vuole donare non può farlo” ha dichiarato il portavoce di Mother.
Se le politiche antiquate dell’FDA venissero modificate, più di 280.000 litri di sangue potrebbero aggiungersi alle scorte ogni anno, utili a salvare la vita di migliaia e migliaia di persone che oggi devono invece affidarsi alle trasfusioni private.
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