24 ore dopo l’affondo a sorpresa in aula al Senato, con richiesta di modifiche a quel DDL Zan che Italia Viva ha già votato e approvato alla Camera dei Deputati, Davide Faraone ha confermato al quotidiano l’Avvenire l’intenzione del partito di Matteo Renzi di modificare la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Modifiche che, nel caso in cui venissero accolte, obbligherebbero il DDL a ricominciare l’iter alla Camera, finendo inevitabilmente per stroncarlo, visti i tempi ristretti .
Ma Faraone, dalle pagine del quotidiano dei vescovi, respinge ogni critica e rilancia la sua proposta di modifiche.
Hanno accusato me e Italia Viva di voler affossare la legge, con argomenti e modi aggressivi. No, non me lo aspettavo, anche perché gli attacchi, anche violenti, sono in aperta antitesi con i principi sostenuti dalla legge che gli stessi dicono di voler difendere. Ma poi da chi dovrei prendere lezioni? Da chi ha votato contro le unioni civili? Da chi non ha proferito parola dopo il video di Beppe Grillo? Dico che Italia Viva si sta battendo per far incardinare il provvedimento al Senato e trattarlo. I senatori del mio gruppo vogliono esercitare le loro funzioni. Respingo l’idea del “prendere o lasciare”, per rilanciare il processo democratico del Parlamento. Nessuna drammatizzazione ci deve essere su un tema importante e delicato come questo e che ci vede da sempre in prima linea: credo debba essere affrontato e risolto in modo rapido da questo Parlamento, trovando una condivisione politica ampia per approvare la miglior legge possibile. Presenteremo pochissimi emendamenti mirati. Per ora dico solo che condivido alcuno delle critiche espresse da esponenti politici e della società civile su Avvenire, sulla classificazione e le categorie delle discriminazioni. Non esiste solo “Pillon” o “il testo così com’è”, c’è lo spazio per migliorare il testo. Rivendico questo diritto democratico sancito dalla Costituzione e il mio dovere di parlamentare di esercitarlo. Io dico che dobbiamo puntare alla calendarizzazione veloce del provvedimento e aprire un dibattito per portare a casa la legge presto. Col muro contro muro non andiamo lontani. Abbiamo un orizzonte ampio, sono certo che ce la faremo. Ripeto, obiettivo di Iv è di fare presto e bene.
Ma i tempi per farlo, per quanto Faraone neghi l’evidenza, non ci sono. Il DDL Zan è già stato discusso e limato, abbondantemente, alla Camera dei Deputati. Per un anno è rimasto in Commissione Giustizia. Ha affrontato le forche caudine del voto segreto a Montecitorio, una quantità infinita di emendamenti. Sono state già accolte richieste di modifiche da parte della stessa Italia Viva, che l’ha votato così com’è oggi, meno di sei mesi fa. Chiederne oggi qualsivoglia modifica significherebbe soffocarlo nella culla, perché alla fine della legislatura mancano più o meno 15 mesi e dovrebbe tornare alla Camera, dopo mesi e mesi ormai prossimi tra commissione e senato, per poi ritornare a Palazzo Madama. A che gioco stanno giocando i senatori IV?
Tra le tante reazioni contrarie all’ultimo, ennesimo colpo di teatro dei parlamentari renziani spicca quella di Tommaso Cerno, senatore Pd che un anno fa sembrava ad un passo dal passare tra le fila IV, per poi cambiare idea: “Il capogruppo renziano Davide Faraone e il leader faraonico di Italia Viva Matteo Renzi dicano chiaramente se sull’omofobia, già di per sé una legge debole e figlia di troppi compromessi, vogliono migliorare o affossare tutto, senza usare come alibi la Lega di Salvini o il centrodestra di non si sa più bene chi, dei cui voti l’Italia oggi non ha bisogno per fare un passo avanti in tema di diritti. Cosa che farebbe bene al governo Draghi che, a differenza di Ursula, sembra uscito da un medioevo prossimo venturo. Se vogliono migliorare la proposta di legge attuale approvata alla Camera e firmata da Zan, tolgano solo il `Salva Omofobi´ (art. 4) che consente di fatto di dire qualsiasi cosa, compreso che le persone Lgbt+ (gay, lesbiche, bisessuali e trans) sono malate e inferiori, cosa che in questo caso da omosessuale respingo al mittente. I due faraoni di Italia Viva, quello autentico e il suo capogruppo, aiutino piuttosto la prevenzione nelle scuole, cambiando l’art.7 che di fatto le ostacola. Tutte le altre modifiche vanno solo a peggiorare la legge, che è già poco più che accettabile se si guarda a chi immagina una società dove uomini e donne sono tutti uguali“.
Anche per questi motivi le piazze d’Italia sono pronte a riempirsi, di nuovo, a sostegno del DDL Zan. Se l’8 maggio in piazza della Scala a Milano si ritroveranno i Sentinelli, a Roma è il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ad aver annunciato il ritorno in strada. “Di tempo ne è passato fin troppo. È ora di riprenderci le nostre piazze, per ritrovarci, confrontarci e lottare insieme per i nostri diritti senza compromessi. Siamo stanch* di vedere i nostri diritti strumentalizzati dalla politica. Come Circolo Mario Mieli abbiamo deciso di mobilitarci in piazza per una legge che deve essere approvata senza ulteriori ritardi e indugi. Ora basta fare giochi di potere sulla nostra pelle. Ora scendiamo in piazza”, ha dichiarato Claudio Mazzella, Presidente del CCO Mario Mieli. Si attende una data.
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"Hanno accusato me e Italia viva..." 2 secondi dopo "modifichiamo il DDL..." a questo punto ti dovresti fare una domanda.
Per la serie : " pure le pulci hanno la tosse " , ora anche un Senatore se dicente " di rango" cerca visibilità sulla nostra pelle.