Monica Cirinnà ha cancellato sul nascere le illazioni di destre e Italia Viva, che parlavano di un Partito Democratico pronto ad un confronto sul DDL Zan dopo l’attacco sconsiderato del Vaticano, che ha chiesto ufficialmente al Governo di modificarlo perché violerebbe il “concordato”.
“Rispetto alle indiscrezioni di stampa di questa mattina, l’unica certezza è che la posizione del Partito democratico sul ddl Zan non cambia“, ha precisato la senatrice. “Abbiamo sostenuto il ddl alla Camera, confrontandoci con le preoccupazioni espresse anche da una parte del mondo cattolico e riuscendo ad arrivare a un testo equilibrato. E stiamo lottando al Senato per riuscire a dare al Paese una legge attesa da decenni e assolutamente urgente. Leggeremo le osservazioni della Santa Sede, se e quando saranno confermate e rese note. E lo faremo con rispetto, ma con altrettanta fermezza sul principio fondamentale di laicità dello Stato. La Santa sede ha il diritto di esprimere le proprie preoccupazioni. Ma il Parlamento ha il dovere di lavorare per rispondere alle esigenze delle persone, garantendo loro diritti e protezione da discriminazione, violenza e odio“.
È stato così subito rispedito al mittente l’invito di Andrea Ostellari, senatore leghista nonché presidente di Commissione che aveva proposto di “riunire i presidenti dei gruppi del Senato e i capigruppo in commissione e sediamoci a un tavolo. Le audizioni si possono ridurre. Inauguriamo, finalmente, una fase di confronto, leale e costruttivo. Letta dia seguito a questa apertura e il Pd si sieda al tavolo“.
Nessuna apertura a nessuna modifica, precisa Cirinnà. Ma il braccio di ferro sul DDL Zan, a quasi 8 mesi dalla sua approvazione alla Camera, prosegue.
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