“Io non mi ricandiderò, dopo di me spero in una nuova generazione”.
Parole con cui Enrico Letta si è ieri assunto la responsabilità del risultato elettorale di domenica, che ha visto il suo Partito Democratico poco sopra il 19% dei consensi, 2° partito d’Italia dietro Giorgia Meloni e poco davanti il Movimento 5 Stelle targato Giuseppe Conte. Dal momento in cui sono usciti i primi exit poll con Fratelli d’Italia ampiamente in testa, sui social è diventato di tendenza un nome. Elly Schlein, 37enne di Lugano con cittadinanza statunitense e svizzera, europarlamentare eletta nelle liste del PD, passata poi a Possibile nel maggio 2015 fino al giugno 2019 e ora capolista del proporzionale alla Camera nell’unica regione in cui il Pd è rimasto primo partito. Schlein, vicepresidente in Emilia Romagna, sarà per la prima volta in Parlamento, da non iscritta al Pd eppure in tanti vorrebbero che fosse proprio lei, a marzo, a guidare il Partito verso un nuovo centrosinistra, rifondando la sinistra italiana.
The Guardian e Time l’hanno definita “il nuovo astro della sinistra“. Venerdì scorso in piazza del Popolo, per la chiusura della campagna elettorale del Pd, Schlein ha così risposto a Giorgia Meloni e ad un suo celebre slogan:
“Non basta essere donne per aiutare altre donne. C’è una bella differenza tra leadership femminili e femministe. Se decidi di non difendere i diritti delle donne a partire da quelli sul proprio corpo. A partire dall’idea di poter scegliere sul proprio corpo. Sono una donna, amo un’altra donna, e non sono una madre ma non per questo sono meno donna. Perché non siamo uteri viventi ma persone con i loro diritti”.
Nel 2020 Elly ha fatto coming out al cospetto di Daria Bignardi, a L’Assedio, rivelando di essere fidanzata: “Ho avuto diverse relazioni, in passato, ho amato molti uomini e molte donne, in questo momento sto con una ragazza e sono felice, finché mi sopporta“.
In tanti vorrebbero ora Schlein alla guida del Partito Democratico. Una donna di sinistra per contrastare una donna di destra. Imminente premier. Giorgia Meloni. Ma è ovvio che in tanti punteranno alla segreteria Pd, Stefano Bonaccini in testa. Proprio lui, che ha voluto Schlein come sua vice in regione. Un ‘derby’ tutto emiliano con prospettiva sul futuro della sinistra italiana e del suo principale partito progressista.
Figlia di Melvin Schlein, politologo ed accademico statunitense d’origine ebraica aschenazita, e di Maria Paola Viviani, docente italiana, professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università dell’Insubria, Elly è nipote dell’avvocato antifascista Agostino Viviani, che fu senatore del Partito Socialista Italiano, mentre suo fratello è il matematico Benjamin Schlein. La sua visione di futuro che vuole condividere con il Paese affronta tre questioni cruciali e intrecciate: conversione ecologica, lavoro dignitoso, redistribuzione contro ogni diseguaglianza. “Una visione che possa finalmente liberare le persone dal bisogno e dalle paure, con la nostra speranza“, ha precisato in campagna elettorale, dando sempre massimo risalto alla questione dei diritti, guardando anche ad una possibile alleanza con i 5 Stelle.
Laureatasi in giurisprudenza, nel 2008 ha partecipato come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama per le elezioni presidenziali statunitensi, bissando nel 2012. Esponente “civatiana”, Elly potrebbe essere il nome da cui ripartire dopo la débâcle del fine settimana, che ha visto l’Italia andare incontro al governo più a destra della sua storia repubblicana.
La stessa Monica Cirinnà, rimasta fuori dal Parlamento, si è augurata un “lavoro di radicale rinnovamento” all’interno del Pd. “Rinnovamento della classe dirigente tutta, ormai davvero logora e giudicata negativamente da questo voto. Il nostro partito ha tante energie giovani, amministratrici e amministratori che ogni giorno si consumano le scarpe. Possono essere la spina dorsale di un progetto nuovo. Ma soprattutto è urgente un rinnovamento delle idee, occorrono scelte coraggiose sulla nostra identità e sul nostro futuro. Con il coraggio di attraversare e agire i conflitti che ci sono, senza ignorarli e senza nasconderli: il congresso sia il momento per affrontarli, con coraggio”.
E chi se non Elly Schlein. E soprattutto se non ora, quando?
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