In Argentina, uno dei paesi più avanzati al mondo in ambito di diritti della comunità LGBTQIA+, il trionfo alle elezioni di Javier Milei, anarco-capitalista esponente dell’ultradestra, segna una repentina inversione di rotta.
Il primo traguardo storico qui è infatti stato raggiunto nel 2009, con la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, che rese l’Argentina pioniera nella regione per questa fondamentale conquista dei diritti civili, con l’importante aggiunta del diritto all’adozione per le coppie omosessuali.
Nel 2012, una svolta altrettanto cruciale è avvenuta con l’adozione della Legge sull’Identità di Genere, che ha permesso alle persone di modificare legalmente il proprio genere e nome sui documenti ufficiali senza interventi chirurgici né percorsi psichiatrici.
Nel 2013, le coppie dello stesso sesso hanno ottenuto l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, come la fecondazione in vitro e l’inseminazione artificiale.
Ma le conquiste sono state anche sociali: in ambito occupazionale, nel 2020 l’Argentina ha introdotto politiche per la promozione dell’accesso al lavoro pubblico per le persone trans, affrontando così una delle sfide più rilevanti per la comunità.
Quindi, dov’è stato il cortocircuito?
Per comprenderlo, e per conoscere le implicazioni di questo cambiamento e i suoi effetti sulla comunità LGBTQIA+ locale, abbiamo parlato con Maria Rachid, Segretaria per gli Affari Internazionali della Fundacion Argentina LGBT, una delle più influenti su scala nazionale.
Con Maria, esploriamo le prospettive e le preoccupazioni della comunità a livello nazionale e globale, in un’era politica segnata dall’ascesa delle ideologie conservatrici.
INTERVISTA
Stando alle sue recenti dichiarazioni, Javier Milei sembra non essere particolarmente incline a sostenere la comunità LGBTQIA+. In qualità di esperta e attivista locale, quale è la tua visione a riguardo? Qual è l’impatto delle posizioni politiche di Milei sulla comunità LGBTQIA+ in Argentina?
Javier Milei e altri rappresentanti di La Libertad Avanza stanno avanzando posizioni che, sebbene si proclamino a favore della libertà, si rivelano estremamente conservatrici riguardo ai diritti sociali.
Questi personaggi politici manifestano un’opposizione marcata nei confronti di diritti fondamentali quali l’aborto, il matrimonio egualitario e l’identità di genere, nonché una generale avversione verso i diritti della diversità.
Alcuni di questi esponenti esprimono apertamente le loro posizioni conservatrici, mentre altri, come il cancelliere, la vicepresidente e lo stesso presidente eletto, lo fanno attraverso dichiarazioni offensive e paragoni inaccettabili, che equiparano le relazioni LGBTQIA+ a comportamenti degradanti come la zoofilia o a devianze.
Esponenti del movimento libertario in Argentina hanno chiarito le loro intenzioni di revocare le leggi che tutelano questi diritti, minacciando così le conquiste legislative ottenute.
Qual è stato l’impatto dell’elezione di Javier Milei sulla comunità LGBTQIA+ in Argentina? Quali sono le principali preoccupazioni o speranze che sono emerse all’interno della comunità a seguito di questo cambiamento politico?
La realtà è che l’impatto che la situazione attuale ha avuto sulla nostra comunità, e in particolare sulle nostre organizzazioni, genera una profonda preoccupazione in molt* di noi.
Il timore e la paura sono giustificati, dato che abbiamo assistito alle conseguenze dell’ascesa dell’ultradestra in vari paesi del mondo, un fenomeno (vedi anche recenti risultati elettorali in Olanda ndr) che ha spesso portato a gravi regressioni riguardo ai nostri diritti e a quelli delle nostre famiglie, com’è accaduto in Italia.
Di conseguenza, osserviamo con grande inquietudine lo sviluppo di questo nuovo governo. La crescente incertezza riguardo al futuro delle libertà e dei diritti fondamentali in questi contesti politici rappresenta una minaccia concreta.
Le esperienze internazionali dimostrano come regimi governativi orientati all’ultradestra possano effettivamente erodere le conquiste in termini di diritti umani e di inclusione sociale, ponendo così serie sfide per la nostra comunità e per la salvaguardia dei diritti acquisiti.
Potresti descrivere il clima generale o le reazioni all’interno della comunità LGBTQIA+ dopo le elezioni? In che modo la comunità si sta organizzando o adattando per affrontare eventuali nuove sfide che potrebbero emergere?
All’interno della comunità LGBTQIA+, come in ogni collettività, esistono diverse opinioni e atteggiamenti. Una parte, che ritengo sia minoritaria, ha supportato questo governo senza una piena consapevolezza delle sue effettive posizioni riguardo alla diversità sessuale.
Tuttavia, la maggioranza dei membri della comunità LGBTQIA+ e delle organizzazioni che si occupano di diversità stanno vivendo questo momento con grande preoccupazione e timore.
Ciò si riflette nell’intensificarsi di riunioni continue e nell’aumento di consultazioni, espressioni di timore e richieste di supporto. In questo contesto di paura e ansia, il bisogno di sostegno e solidarietà diventa più forte.
La comunità LGBTQIA+, sensibile alle dinamiche politiche e sociali, avverte profondamente l’angoscia e la preoccupazione per i possibili sviluppi nei prossimi anni.
Questo sentimento di inquietudine si diffonde in tutto il tessuto sociale, portando ad una maggiore ricerca di unità e sostegno reciproco all’interno della comunità.
Le preoccupazioni riguardano non solo le politiche immediate, ma anche le prospettive a lungo termine per i diritti e le libertà delle persone LGBTQIA+, in un clima che sembra orientato verso una maggiore repressione.
Come vedi il futuro dei diritti e della rappresentanza della comunità LGBTQIA+ in Argentina nei prossimi anni? Ci sono traguardi specifici o cambiamenti che speri di vedere, o prevedi possibili passi indietro su determinate questioni?
Ritengo che questo governo cercherà di mettere in discussione le leggi sulla diversità, tentando di generare un significativo arretramento nel riconoscimento dei nostri diritti. Tuttavia, non credo che ciò avverrà in Argentina.
Sebbene sia vero che Javier Milei abbia vinto una maggioranza in un’elezione democratica, le ragioni per cui una parte della società argentina lo ha votato non sono connesse a questi tentativi di regressione.
Pertanto, prevedo che ci sarà una forte resistenza, non solo da parte delle organizzazioni LGBTQIA+, ma anche da parte della società nel suo complesso. Questa resistenza ai tentativi di ridurre i diritti relativi alla diversità è ancorata in una vittoria già conseguita in Argentina, sia dal punto di vista giuridico che culturale.
L’impegno della società argentina nella difesa dei diritti della diversità si è radicato profondamente, rendendo improbabile un’inversione di questa tendenza. La lotta per i diritti LGBT in Argentina è stata una battaglia che ha coinvolto non solo il quadro legale, ma anche la cultura e la mentalità della popolazione, rendendo ogni tentativo di regresso un compito arduo e probabilmente infruttuoso per il governo.
Basandoti sulla tua esperienza e conoscenza, come interpreti l’ascesa globale dei movimenti di estrema destra e quali ritieni siano i fattori principali che alimentano questa tendenza?
Il crescere dell’ultradestra a livello mondiale può essere attribuito a una crisi economica internazionale che sta colpendo tutti i paesi. In Argentina, questa crisi è stata aggravata da diversi fattori, come la siccità e il debito accumulato dal governo precedente.
Tale situazione economica è stata sfruttata dai settori di destra, che spesso sono correlati all’origine e allo sviluppo di queste crisi, ma che sanno utilizzare questi momenti per individuare capri espiatori e addossare colpe dove non ci sono.
Spesso, mirando ai gruppi più vulnerabili, riescono a convincere la società che la soluzione ai problemi economici risieda nel restringere o tagliare i diritti delle minoranze. Tuttavia, in Argentina, non sono riusciti completamente a persuadere la società.
Nonostante ciò, il discorso sul cambiamento, su una radicale trasformazione, è stato percepito come una speranza in mezzo alla crisi economica che stiamo vivendo, rendendolo così un messaggio efficace per l’ultradestra, che capitalizza sui momenti di debolezza e incertezza sociale, proponendo soluzioni semplificate che mirano a ridurre i diritti delle minoranze e dei gruppi vulnerabili, anziché affrontare le cause reali e profonde della crisi economica.
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