Eduardo Scarpetta, intervista alla Fata Ignorante di Ozpetek: “Sono storie purtroppo ancora necessarie”

La serie tratta dall'iconico film è su Disney+ dal 13 aprile. Ne abbiamo parlato con il suo protagonista nel giorno del suo 29esimo compleanno.

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Otto puntate da vedere tutte d’un fiato. Da ieri su Disney+, Le Fate Ignoranti – la Serie ha ridato vita all’iconico film del 2001, con Ferzan Ozpetek di nuovo alla regia e showrunner del primo progetto italiano della piattaforma streaming. Protagonista indiscusso è Eduardo Scarpetta, chiamato ad interpretare Michele, “amante” di Massimo, interpretato da Luca Argentero, marito di Antonia, che ha il volto di Cristiana Capotondi.

La Casa di Michele, che dipinge i fondali degli spettacoli dell’Opera, è il centro vitale di un gruppo di amici che formano una famiglia allargata. Otto puntate, scritte da Gianni Romoli, Ferzan Ozpetek, Carlotta Corradi e Massimo Bacchini, che vanno ad ampliare la storia raccontata nel 2001, con Eduardo colonna portante dell’intera impalcatura narrativa.

Ne abbiamo parlato proprio con l’attore, figlio di Mario Scarpetta e Maria Basile, discendente del leggendario Eduardo Scarpetta, capostipite della famiglia Scarpetta-De Filippo.

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21 anni dopo l’iconico film che contribuì al decollo di Stefano Accorsi, sei tu il protagonista assoluto de Le Fate Ignoranti. Come ti sei avvicinato al personaggio di Michele e all’intero progetto, considerando la popolarità della pellicola originale e gli annessi rischi nel trasformarla in serie.

Io ero al parco quando ho ricevuto la notizia che Ferzan volesse vedermi. Il mio agente mi chiama e mi fa “c’è Ozpetek che vuole vederti per la serie Disney de Le Fate Ignoranti”. E io non capivo, avevo visto il film ma non immaginavo che ne avrebbero fatto una serie. Poi per la preparazione al progetto ho rivisto il film quattro o cinque volte. Quel film di un’ora e quaranta ha una griglia che devi sviscerare in ogni suo minimo contenuto, per tramutarla in una serie di otto episodi da 45 minuti. L’idea era quella ma il percorso è stato più tortuoso, ci sono mille colori e sfumature in più. Se nel film gli altri abitanti della terrazza erano solo un coro, qui diventano co-protagonisti che danno un respiro meraviglioso alla vicenda centrale del film, ovvero Antonia, Michele e Massimo. Con loro ti pisci sotto dalle risate, sono la “linea comica”, per dirla alla Boris, mentre noi quella drammatica. Le loro vite non erano accennate nel film, mentre in questa serie sono co-protagoniste.

In conferenza stampa Ferzan Ozpetek ha confessato che ai tuoi primi provini diversi componenti della produzione non erano rimasti tanto soddisfatti, ma lui sì, ha insistito e alla fine ti ha scelto. Cosa pensi abbia visto, Ferzan, che gli altri non avevano colto.

Non ne ho la minima idea. Quando Ferzan mi ha fatto la fatidica telefonata dell'”Eduardo sei tu”, mi ha confessato proprio quel che ha rivelato in conferenza stampa. Stavano guardando i provini di quest’altro attore, bravo bravissimo, ma Ferzan ha chiesto di tornare indietro per riguardare il mio provino. Ferzan mi ha detto che ad un certo punto ho fatto una cosa che lo ha convinto, “ok, sei tu”. Ma io non so che cosa. Ferzan ha parlato di questo mistero, che riguarda anche il mio aspetto. Il primo giorno di riprese mi ha detto, “Eduardo stavi lì a prepararti e mi sono detto “cazzo ho preso Tina Pica!”. E ci sta, perché ho le rughe, ho un volto curioso. Poi mi ha detto che in azione, sotto le luci, “sei diventato Sophia Loren!”. Un gran bel complimento. Ma in fase di provino, anche dopo avermi scelto, un giorno mi fa “Eduardo io non mi sono ancora innamorato di te”. E io non sapevo come rispondegli. Poi ci siamo entrambi artisticamente parlando innamorati. Ci amiamo.

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Nella prima puntata della serie, che si può quasi definire una sorta di prequel del film, traspare una straordinaria alchimia tra il tuo Michele e il Massimo di Luca Argentero. Come siete riusciti a creare una fascinazione tanto credibile.

Ci siamo trovati bene, Luca è una persona straordinaria. Ai tempi della lettura del copione mi anticipò che esiste un prima Ferzan e un dopo Ferzan. Per il mercato ma anche per una questione umana, perché Ferzan è totalitario, è una persona meravigliosa, con i tanti pregi e i piccoli difetti che ha. Abbiamo lavorato molto bene io e Luca, ci siamo abbracciati forte quando c’è stato il suo ultimo giorno di set, e ci siamo dati un bacetto.

C’è stato imbarazzo nel girare le scene di sesso, con vari nudi ad impreziosire le puntate?

C’è una scena dell’orgia, con 3 uomini rispetto ai 2 presenti nel film originale con Stefano Accorsi. Da eterosessuale dico che quella lì è stata una giornatona, psicologicamente ed emotivamente provante, anche per la forza della scena.

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Hai avuto riscontri da Stefano Accorsi?

Avevo chiesto se fosse presente all’anteprima che si è tenuta all’Opera di Roma, ma era fuori in tour con uno spettacolo. Mi farebbe tanto piacere avere riscontri. So che Cristiana ha scritto a Margherita. Io no. D’altronde che gli dici? Grazie Stefano per il passaggio di testimone?

Magari sarà lui a scriverti, una volta vista la serie.

Magari!

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Le Fate Ignoranti – la serie Disney+

21 anni fa Le Fate Ignoranti fecero la storia della cinematografia nazionale, tratteggiando tematiche un tempo praticamente mai raccontate in sala. Cosa pensi abbia mantenuto inalterata l’urgenza di tornare a raccontare quella medesima storia, 21 anni dopo, sotto forma di serie tv.

Mi sento di dire che purtroppo è ancora necessaria, come storia. E’ triste dirlo, ma è evidentemente così. Io ho fatto anche uno spettacolo teatrale su una squadra di calcio a 5 composta da giocatori esclusivamente omosessuali, con componenti della squadra che vengono da realtà ancor più chiuse e bigotte della provincia di Napoli. In questo spettacolo urlavamo le date e quel che è stato fatto a certe persone. Quindi sì, sono storie purtroppo ancora attuali, finché non arriveremo all’estensione dei diritti.

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Discendente di una famiglia epocale per il cinema e il teatro italiano, sei cresciuto recitando. Quanto pesa quel cognome, Scarpetta, e nel tuo caso quel nome, Eduardo. La senti la responsabilità.

L’ho sempre vissuta con tranquillità, ho deciso di fare questo mestiere. All’età di 9 anni mi ha iniziato mio padre, che poi ho perso ad undici anni e mezzo. All’età di 9 anni avrei potuto ripudiarlo, e invece già a nove anni provavo gioia e felicità sulla bocca dello stomaco. Lì è stato reciso il cordone ombelicale, lì ho deciso che avrei fatto quello per tutta la vita. Dopodiché ho deciso insieme a mia mamma, attrice da 50 anni, di fare il liceo classico a Napoli ed iscrivermi al centro sperimentale per formarmi, perché ritenevo ci fosse la necessità di frequentare una scuola di recitazione. Non andavo a lavorare, non facevo provini, perché se ti serve una scuola di recitazione vai a scuola. Finita quella ho lavorato ai Tre Scalini a Roma, come doorman, e poi ho iniziato la tournée di Filumena Marturano e la carriera è andata. Poi parlandoci chiaramente, se fossi stato un cane rabbioso l’avrei scoperto a 15 anni proprio perché mi chiamo Eduardo Scarpetta. In famiglia mi avrebbero detto “non rovinare tutto, fai altro”. Ma così non è stato, questo mi ha dato fiducia e tanta fiducia è arrivata anche dagli altri. Perché sono sempre gli altri a dirti che sei bravo, infondendotela.

Pasquale Peluso de l’Amica Geniale ti ha indubbiamente dato la primissima popolarità televisiva. Tornerai ad interpretarlo nella 4a e ultima stagione, o ci sarà un nuovo casting come capitato con le due protagoniste?

Io non ci sarò più.

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In tal senso, possiamo aspettarci una 2a stagione de Le Fate Ignoranti o la prima si può dire conclusiva?

Al momento non se ne sa niente.

Proprio oggi 29enne, tanti auguri. Cosa ti aspetti da questi 12 mesi che ti accompagneranno al traguardo dei 30.

E un anno fa, era il 13 aprile del 2021, abbiamo iniziato a girare Le Fate Ignoranti. Posso parlarne poco, ma tra un mese giro un film in lingua inglese co-prodotto con l’Italia. Da me mi aspetto di arrivare vivo ai 30 anni. Per questo motivo ho deciso di festeggiare i 30, e non i 29 o i 28, anche solo per celebrare il fatto che ci sia arrivato.

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